Domenico Cugliari, alias “Micu i mela”, considerato dagli inquirenti uno dei reggenti della famiglia di ‘ndrangheta dei Bonavota di Sant’Onofrio, sta male e le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere. La conferma arriva ancora una volta dalla Cassazione che, in accoglimento di un nuovo ricorso presentato dagli avvocati Michelangelo Miceli e Leopoldo Marchese, ha annullato con rinvio la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro che aveva invece dichiarato compatibile la detenzione del 62enne di Sant’Onofrio in un centro clinico. Gli atti saranno quindi nuovamente trasmessi al Tdl che, in diversa composizione, sarà chiamato a pronunciarsi per la terza volta sulla vicenda.
Ricorsi e controricorsi
Ricorsi e controricorsi
Nel dicembre del 2020, il gip distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris, aveva accolto l’istanza presentata dagli avvocati di Cugliari sostituendo la misura cautelare in carcere con quella ai domiciliari. Contro questo provvedimento la Procura antimafia aveva fatto ricorso al Tribunale del Riesame il quale aveva disposto la detenzione di “Micu i mela” in un centro clinico. Una decisione parzialmente ribaltata dalla Cassazione che ha disposto il Riesame-bis nei confronti del 62enne, zio dei fratelli Pasquale, Nicola, Domenico e Salvatore Bonavota, tutti imputati nel maxi processo “Rinascita Scott”. A gennaio la nuova decisione del Tdl che aveva revocato i domiciliari e rispedito nuovamente in carcere Cugliari. Nuovo ricorso in Cassazione e adesso nuovo rinvio per un Riesame-tris.
Chi è “Micu i mela”
Domenico Cugliari, 63 anni, è considerato dagli investigatori elemento di vertice della potente famiglia di Sant’Onofrio. Secondo la Dda di Catanzaro nel periodo di detenzione o di latitanza dei nipoti Pasquale e Domenico Bonavota avrebbe retto il clan dettando le strategie e dando ordini ai sodali. Nel maxi blitz “Rinascita Scott” del 19 dicembre 2019 è stato arrestato, tra le altre cose, con l’accusa di associazione mafiosa. Rinviato a giudizio nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta nell’aula bunker di Rebibbia, “Micu i mela” ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito ordinario. Dal 2016 vive a Torino dopo aver dopo aver lasciato il suo paese d’origine, Sant’Onofrio, il feudo dei Bonavota.