Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto l’appello presentato dall’avvocato Giuseppe Di Renzo e concesso l’obbligo di dimora nel comune di residenza per Vincenzo Tassone, 39 anni, originario di Vibo ma trapiantato a Varese, arrestato lo scorso 19 dicembre nell’ambito della maxi operazione denominata “Rinascita Scott” contro la ‘ndrangheta nel Vibonese.
Le ipotesi di accusa
Le ipotesi di accusa
Secondo l’accusa Tassone avrebbe avuto il compito di custodire le armi della ‘ndrina “Pardea-Ranisi” operante sul territorio comunale di Vibo e avrebbe partecipato, in concorso con altri esponenti dello stesso clan, al danneggiamento di un’auto a colpi d’arma da fuoco. Da un paio di mesi aveva lasciato il carcere e nei suoi confronti erano stati disposti i domiciliari. Ora arriva un ulteriore alleggerimento della misura cautelare con l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
La Dda: “Va processato”
Di fatto Tassone resta imputato a piede libero. Nei suoi confronti la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nell’udienza preliminare che si sta svolgendo nell’aula bunker del carcere di Rebibbia. In attesa della decisione del gup Claudio Paris che arriverà il prossimo 3 dicembre, il 39enne ha optato per il rito ordinario. (mi.fa.)