Rinascita Scott, processo a Pittelli: anche Petrini e Saraco nella lista testi della Dda

di Gabriella Passariello- La Dda di Catanzaro ha depositato la lista testi nel processo che verrà celebrato il 9 novembre a Vibo e che vede imputati il noto penalista Giancarlo Pittelli, ora sospeso dall’Ordine, l’avvocato Giulio Calabretta, l’ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo e l’imprenditore Mario Lo Riggio, coinvolti nella maxi operazione antimafia “Rinascita Scott, scattata il 19 dicembre scorso contro le cosche del Vibonese.  Una lista che comprende ben 100 testimoni, tra appartenenti all’Arma dei carabinieri del raggruppamento operativo Speciale di Roma e Catanzaro, del Nucleo investigativo del comando provinciale di Vibo, della direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, delle Questure di L’Aquila e Teramo. E poi consulenti tecnici, testimoni di giustizia, imputati per reato connesso e collaboratori di giustizia. I sostituti procuratori della distrettuale Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso  hanno inserito nel lunghissimo elenco l’ex presidente della Corte di appello di Catanzaro Marco Petrini e Francesco Saraco, radiato dalla professione, coinvolti nell’inchiesta “Genesi”, istruita dalla Dda di Salerno su “processi aggiustati in Corte di appello in cambio di soldi. Sono stati proprio loro, accusati di corruzione in atti giudiziari aggravati, con le loro dichiarazioni a chiamare in causa Pittelli.

Le confessioni di Petrini contro Pittelli

Le confessioni di Petrini contro Pittelli

Petrini nell’interrogatorio datato il 5 febbraio 2020, ha riferito di conoscere il noto legale catanzarese, in quanto difensore di imputati in procedimenti da lui decisi come presidente del collegio di Corte di appello. E ha confessato di aver ricevuto la promessa della dazione di una somma di denaro di 2.500 euro in cambio dell’esito favorevole di un processo a carico di un imputato da lui difeso, condannato in primo grado, collocando l’episodio in epoca successiva alla sua cessazione dalla carica parlamentare. “Dico ciò anche perchè durante il suo mandato parlamentare l’avvocato Pittelli aveva di fatto smesso di esercitare la professione di avvocato e comunque non era più presente in udienza, come prima di diventare parlamentare. La proposta corruttiva fattami personalmente dall’avvocato Giancarlo Pittelli avvenne nei locali della Corte di appello” e risale al 2016, ammettendo di aver accettato la promessa di ricevere il danaro in cambio dell’assoluzione dell’imputato da lui assistito. “L’imputato venne assolto dalla Corte di assise di appello se ben ricordo”. Il magistrato non rammenta in quella sede il fatto omicidiario che vedeva coinvolto l’imputato difeso da Pittelli, ma sarà più chiaro nell’interrogatorio del 25 febbraio  quando, dopo aver riferito di non aver ricevuto, nonostante l’esito favorevole, alcuna somma da Pittelli e dopo aver precisato di non aver avuto un buon rapporto con lui, parla del processo riguardante l’omicidio Gentile, ucciso nei pressi dei giardini di San Leonardo e che ha come imputato Nicholas Sia. I ricordi si fanno più nitidi ricordando che la Corte ridusse all’imputato la pena su sua proposta.  “Ribadisco che io ero relatore e la somma promessami da Pittelli non mi fu poi consegnata. Poi parla del  procedimento di Rocco Delfino: “mi fu promesso denaro ugualmente da Pittelli, si trattava di un procedimento di prevenzione patrimoniale per il quale si chiedeva la revocazione di un provvedimento di confisca definitivo emesso dal Tribunale di Reggio Calabria . Ricordo che il processo fu trattato alla presenza dell’avvocato Pittelli e dello stesso Delfino, il giorno precedente l’arresto di entrambi da parte della Dda di Catanzaro il 19 dicembre dell’anno scorso. Per questa vicenda la decisione non è stata adottata per quel che mi risulta”. La promessa della somma di denaro per revisionare il provvedimento di confisca patrimoniale di Delfino  mi fu fatta da Pittelli nel novembre 2019 in Corte di appello. Ciò lo ricordo perché era in corso di trattazione il processo penale a carico di Nicholas Sia per il quale, come ho detto, ho accettato la promessa di 2.500 euro dallo stesso avvocato Pittelli.

Le rivelazioni di Saraco

Saraco  durante l’interrogatorio dell’11 febbraio scorso, davanti ai magistrati campani, nel ribadire che la sua famiglia è stata destinataria nel 2016 di un provvedimento di sequestro, in relazione all’inchiesta Itaca Fee Boat ha riferito dei consigli dati dai suoi colleghi di affidare il procedimento all’avvocato Pittelli, “che io conoscevo bene in quanto notissimo avvocato del foro di Catanzaro, già senatore. Tuttavia mi rifiutai di nominarlo come difensore. Mi fu detto che l’avvocato Pittelli aveva relazioni importanti con magistrati di Catanzaro, però non mi furono precisati i nominativi”. Il 12 febbraio, di nuovo davanti ai magistrati della Dda di Salerno, Saraco ritorna a parlare dell’ex parlamentare: “mi è stato descritto come un soggetto che ha iniziato la sua attività politica grazie ai voti della ‘ndrangheta. Inoltre mi è stato detto che aveva il ruolo di “Venerabile” all’interno del Goi e infine che aveva rapporti intensi con magistrati, tra questi Petrini”. L’interrogatorio prosegue con Saraco, che descrive Pittelli come colui che per un lungo periodo di tempo in Calabria aveva nelle mani il potere politico, il potere massonico e il potere ‘ndranghetistico, riferendo di aver appreso voci secondo cui il noto penalista ed ex politico era uno degli avvocati attraverso i quali era possibile accedere al sistema corruttivo dei magistrati:  “Ho appreso tali voci da molti colleghi avvocati, non sono in grado di riferire chi lo abbia appoggiato per le sue elezioni tra le varie locali di ‘ndrangheta, né sono in grado di dire se sia stato appoggiato dalla provincia o da altra organizzazione più vasta che le varie ‘ndrine si danno”. Dichiarazioni di fronte alle quali gli avvocati difensori dell’ex parlamentare, Salvatore Staiano e Guido Contestabile hanno già presentato dettagliata denuncia.

I testi dell’accusa e della difesa

Nella corposa lista testi depositata dalla Dda compaiono, tra gli altri i nomi di Andrea Mantella, Bartolomeo Arena, Raffaele Moscato, Cosimo Virgilio, Emanuele Mancuso, Gennaro Pulice, Carlo Vavalà, Nicola Figliuzzi, Giuseppe Vrenna, Luigi Bonaventura, Angelo Salvatore Cortese, Gaetano Antonio Cannatà, Michele Camillò, Domenico Camillò, Diego Zappia, Santo Mirarchi, Giuseppe Costa, Salvatore Schiavone, Emilio, Santoro, detto Mario. Ventotto la lista testi depositata dai difensori di Pittelli, tra ufficiali di pg, alcuni collaboratori del suo studio, notai, medici, consulenti tecnici ed informatici. L’ex parlamentare, che da poco ha ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nella casa di Copanello dopo quasi dieci mesi di carcere dovrà difendersi, attraverso i suoi legali dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione del segreto di ufficio e abuso di ufficio.

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