Altre due donne arrestate nell’operazione Rinascita-Scott che ieri ha portato all’arresto di 334 persone legate alla famiglia Mancuso di Limbadi.
Lo ha annunciato in conferenza stampa, convocata a Vibo Valentia, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Lo ha annunciato in conferenza stampa, convocata a Vibo Valentia, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.
“La svolta – spiega Gratteri – è stata la confessione di un giovane, Emanuele Mancuso, che è stato minacciato da due donne che gli negavano di fargli vedere il bambino. Lui a quel punto non ha collaborato più, perché la cosa più cara, il bambino di due anni, gli veniva sottratto dalla famiglia di sangue, dalla famiglia d’origine. Non sono famiglie d’onore, le regole servono per gli utili idioti, i garzoni, le regole non valgono per i capi.
Lui sapendolo bene, sapendo cosa significava la minaccia “non ti facciamo vedere più il bambino”, ha ceduto. Noi abbiamo deciso che una cosa del genere non poteva passare. Ci sarebbe stato un messaggio devastante per i giovani che sono nella ‘ndrangheta e pensano che ci può essere l’alternativa, la primavera di cui parliamo da tempo. Abbiamo deciso di agire con grande energia. Si tratta di due donne arrestate, ma non è il numero che conta, è il messaggio che dobbiamo dare ai giovani che hanno capito che non conviene essere ‘ndranghetisti”.
Gratteri ha spiegato che l’azione della magistratura non è solo repressione, ma cambiamento di una logica che anche gli appartenenti alla ‘ndrangheta stanno comprendendo. “Chi è nel dubbio se collaborare o meno – ha detto Gratteri – sa che lo può fare”.
Con l’operazione di ieri è stata sgominata l’organizzazione criminale sul territorio per l’80%. Oggi si è intervenuti sulla famiglia, dove – spiegano gli inquirenti – non c’è onore. Non c’è famiglia, non c’è sangue, ma solo interessi. Oggi la ‘ndrangheta ha ceduto il passo alle istituzioni e l’operazione dei due arresti, delle due donne, ha grande valore considerato che si consegna un messaggio alla Calabria. Ieri i militari dell’Arma venivano acclamati dai balconi e per strada e questo ha inorgoglito tutti i carabinieri calabresi.
Le due donne arrestate – proseguono – sono il messaggio che diamo a tutta la comunità, anche ai giovani della ‘ndrangheta, perché nella ‘ndrangheta, nelle loro famiglie, non c’è onore.
Le due donne arrestate sono Rosaria Del Vecchio e Giovanna Del Vecchio, zia e madre di Emanuele Mancuso, che hanno minacciato il giovane di agire sul proprio bambino di due anni. Anche la fidanzata, con divieto di dimora ed indagata, è stata dalla parte della famiglia, contro il giovane, che ha subito minacce in carcere e tramite il fratello. (a.m)
Redazione Calabria 7