Continua la sfilata di indagati davanti al Tribunale del Riesame, coinvolti nell’operazione Rinascita-Scott, che lo scorso 19 dicembre ha portato all’arresto di 334 persone ritenute legate alla cosca dei Mancuso di Limbadi.
Nei prossimi giorni saranno quasi un centinaio gli indagati che, tramite i loro legali difensori, richiederanno la revisione della loro misura cautelare. Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame ha rivisto l’accusa all’avvocato Giancarlo Pittelli, su cui ora pesa il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma non ha mutato la misura detentiva, lasciandolo in carcere. Sono stati pure revocati i domiciliari a Luigi Incarnato, indagato per corruzione elettorale e nei giorni a venire sfileranno le posizioni di altre le figure importanti coinvolte nell’operazione coordinata dal procuratore Nicola Gratteri.
Nei prossimi giorni saranno quasi un centinaio gli indagati che, tramite i loro legali difensori, richiederanno la revisione della loro misura cautelare. Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame ha rivisto l’accusa all’avvocato Giancarlo Pittelli, su cui ora pesa il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma non ha mutato la misura detentiva, lasciandolo in carcere. Sono stati pure revocati i domiciliari a Luigi Incarnato, indagato per corruzione elettorale e nei giorni a venire sfileranno le posizioni di altre le figure importanti coinvolte nell’operazione coordinata dal procuratore Nicola Gratteri.
Da Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo, a Giorgio Naselli, colonnello accusato di aver rivelato ed usufruito di segreti d’ufficio. Poi, il boss Luigi Mancuso ed altri 80 indagati chiederanno la revisione della propria misura cautelare, così come fatto da Daniela De Marco, poliziotta alla quale il TdL ha revocato i domiciliari assegnandole un’interdizione di sei mesi. In carcere ed ai domiciliari rimangono invece rispettivamente l’avvocato Francesco Stilo e l’ex assessore comunale di Vibo Vincenzo De Filippis. Dal carcere ai domiciliari gli imprenditori Francesco Isabella e Antonio Lopez Y Royo.
Intanto, al vaglio della Procura di Salerno, sarebbero finiti gli atti dell’intercettazione documentata e rivelata da L’Espresso, di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, con un’inchiesta a firma di Giovanni Tizian, dove vengono svelati particolari e tutti i nomi finiti nella rete dei controlli degli inquirenti. Nell’abitazione del noto penalista catanzarese, come riporta il settimanale, i Carabinieri del Ros avrebbero registrato una cena alla presenza di otto magistrati e altri professionisti. “Toghe – precisa L’Espresso citando fonti autorevoli – non della Procura ma di altri uffici giudiziari di Catanzaro. Contatti privilegiati dell’ex senatore finiti in informative senza ipotesi di reato inviate alla Procura di Salerno competente sui magistrati catanzaresi”. (a.m.)
Redazione Calabria 7