“È doveroso informare la cittadinanza che giorno 31 agosto l’azienda sanitaria mi ha informato di un soggetto giunto nel nostro comune da altra regione, risultato positivo al Coronavirus. Si tratta di una signora che al momento è ricoverata presso il nosocomio di Catanzaro.” Così, in una nota, il sindaco di Simeri Crichi Pietro Mancuso. “I familiari della signora, a fronte del contatto con il familiare positivo, sottoposti a tampone. Oltre all’obbligo della quarantena con Ordinanza Sindacale in attesa dei risultati. Avrò modo di informarVi sull’evoluzione della vicenda nella speranza che il tutto si risolva per il meglio. Da parte mia e dell’amministrazione comunale, grande vicinanza e solidarietà alla famiglia colpita dall’epidemia. Colgo l’occasione per ribadire a coloro che allarmati mi hanno contattato per avere ulteriori informazioni a seguito della notizia divulgata sui social, che la legge mi impone di non divulgare ai cittadini i dati sensibili delle persone affette dal virus.
Ho rammentato tuttavia agli stessi – aggiunge il primo cittadino – che la “sicurezza” degli altri cittadini viene garantita dall’autorità sanitaria competente per territorio. Questa è tenuta a svolgere un’accurata indagine epidemiologica. E a porre in “quarantena con sorveglianza attiva” tutte quelle persone che possono essere entrate in contatto con il soggetto positivo. Al contrario, la diffusione dei dati, oltre a violare gli articoli 6 e 9 del Regolamento 2016/679, posto a tutela della privacy, ed esporre il sottoscritto a responsabilità civile, darebbe sfogo a conseguenze paradossali, non ultimo lo spunto per avviare un’ingiustificata e pericolosa caccia all’untore. Sara’ mio dovere informarVi puntualmente di ogni evoluzione.”
Ho rammentato tuttavia agli stessi – aggiunge il primo cittadino – che la “sicurezza” degli altri cittadini viene garantita dall’autorità sanitaria competente per territorio. Questa è tenuta a svolgere un’accurata indagine epidemiologica. E a porre in “quarantena con sorveglianza attiva” tutte quelle persone che possono essere entrate in contatto con il soggetto positivo. Al contrario, la diffusione dei dati, oltre a violare gli articoli 6 e 9 del Regolamento 2016/679, posto a tutela della privacy, ed esporre il sottoscritto a responsabilità civile, darebbe sfogo a conseguenze paradossali, non ultimo lo spunto per avviare un’ingiustificata e pericolosa caccia all’untore. Sara’ mio dovere informarVi puntualmente di ogni evoluzione.”