Ritorsioni contro il cognato, condannati nel Reggino i fratelli Sposato

Tre fratelli sono stati condannati in primo grado del Tribunale di Palmi per danneggiamento aggravato con l’uso di un fucile a canne mozze, spari in luogo pubblico, detenzione illecita di cartucce calibro 12 e calunnia. Si tratta dei gemelli Cosma e Rocco Sposato, di 24 anni, e della sorella Pamela di 32. L’autovettura danneggiata era di proprietà di Salvatore Cucinotta, fratello del marito della donna. Rocco Sposato è stato condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione, il fratello Cosma a 2 anni e 6 mesi di reclusione e la sorella Pamela a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Lo scorso 1 agosto, gli agenti del commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei fratelli I fatti contestati nella misura cautelare erano stati commessi a Rosarno il 10 giugno 2020.

Liti e maltrattamenti

Liti e maltrattamenti

Le indagini erano state avviate in seguito alla denuncia presentata da Pamela Sposato per una violenta lite avvenuta con il marito, sorta per ragioni economiche legate all’impiego del denaro di famiglia per l’acquisto, da parte dell’uomo, di sostanza stupefacente. La lite, secondo il racconto della donna, era gravemente degenerata in un’aggressione violenta a seguito della quale la denunciante aveva deciso di lasciare l’abitazione familiare insieme ai figli. Nella circostanza, la donna aveva inoltre denunciato una lunga serie di maltrattamenti: minacce, percosse e lesioni, poste in essere dal marito nel corso della convivenza matrimoniale, e che la donna riconduceva all’inizio della tossicodipendenza che aveva trasformato il coniuge in un soggetto violento e manesco. Le violenze le avrebbero provocato lesioni ed ecchimosi, ma la donna, recandosi al pronto soccorso degli ospedali di Gioia Tauro e Polistena per le cure del caso, secondo gli inquirenti, non aveva mai raccontato la verità, giustificando le sue condizioni come incidenti domestici. La denuncia era apparsa agli operatori come un’accorata e genuina richiesta di aiuto di una donna vittima di violenze e indifesa, ma quanto esposto assunse connotati del tutto particolari quando, il giorno successivo, a Rosarno, fu danneggiata l’autovettura del cognato della Sposato, fratello del marito, con un colpo di fucile calibro 12 caricato a palla asciutta.

La confessione della sorella

Sin dalle prime ricostruzioni investigative fu evidente che il danneggiamento potesse essere ricondotto ad una vera e propria ritorsione messa in atto dai fratelli della donna, i gemelli Rocco e Cosma, soggetti peraltro già noti al personale del Commissariato di Gioia Tauro, e la tesi trovò un primo riscontro quando, nella notte dell’11 giugno 2020, gli Agenti della Polizia di Stato rinvennero, occultato tra i cespugli a San Ferdinando, un fucile calibro 12 e 7 cartucce dello stesso calibro caricate a palla asciutta. L’arma risultò peraltro essere stata modificata per aumentarne potenzialità e portabilità.  Successivamente Pamela Sposato confessò di essere stata l’ideatrice e l’esecutrice del danneggiamento, riferendo precisi dettagli anche sull’arma utilizzata e ammettendo di aver avuto l’intenzione di uccidere il marito ed il suocero, per vendicarsi delle violenze subìte negli anni. L’attività investigativa condotta dal personale del Commissariato di Gioia Tauro, coordinato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, consentì di definire quella che era stata la strategia dei fratelli Sposato, che avevano tentato di sviare le indagini per non farsi identificare quali esecutori del grave danneggiamento posto in essere e allo stesso tempo avevano consentito alla sorella di ottenere che il marito temesse per la propria incolumità e lasciasse l’abitazione familiare.

Pronta a tutto per allontanarsi dal marito

Nel prosieguo della indagini, oltre al coinvolgimento dei gemelli Rocco e Cosma, considerati esecutori materiali del danneggiamento, era emerso che la sorella Pamela aveva intenzione di utilizzare qualsiasi espediente pur di allontanarsi dal marito e che i fratelli ritenevano avesse una relazione extraconiugale. Cosma Sposato, intercettato, disse di voler uccidere l’amante della sorella e, laddove necessario, anche la madre e la sorella dell’uomo, dicendo testualmente “non gli sparerò la macchina ma gli sparerò direttamente la testa”. A distanza di poco più di 4 mesi dal loro arresto, i fratelli Sposato sono stati condannati in primo grado dal Gup presso il Tribunale di Palmi.

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