Di Vincenzo Imperitura – Ci sono tanti pugni chiusi alzati quando il feretro di Mimmo Bova viene accompagnato, sotto le note dell’Internazionale, verso l’ultimo viaggio. A Roccella, sotto i pini che fanno ombra al palazzo che lo ha visto sindaco, sono tanti i cittadini che hanno sfidato il caldo soffocante di metà pomeriggio per rendere omaggio all’ex deputato di tradizione comunista; e attorno al feretro, dopo una camera ardente durata per tutta la mattina, si affollano le tante facce, note e meno note, che hanno segnato la politica della prima e della seconda repubblica di questo territorio. Amici e avversari «a dimostrazione di come la buona politica, la politica di Mimmo Bova, generi rispetto anche tra le file degli avversari » ha detto al microfono il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, visibilmente commosso.
E poi i ricordi dell’impegno giovanile a Pazzano e l’orgoglio «di essere prima di tutto un roccellese» come ha ricordato il primo cittadino della cittadina jonica Zito. Ma sono le parole del Governatore Mario Oliverio che fissano il ricordo dell’uomo prima che del politico già consigliere regionale e poi, per tre legislature, parlamentare della Repubblica. «Io e Mimmo ci conoscevamo dall’inizio degli anni settanta. Ci hanno accumunato tante battaglie politiche, dal no al centro siderurgico da realizzare a Gioia Tauro alle battaglie in memoria di Rocco Gatto». E ancora i ricordi personali di un’amicizia nata dalla convivenza romana durante il comune periodo parlamentare e il ricordo dei dolorosi ultimi mesi per l’ex sindaco di Roccella, ultimo, o quasi, degli esponenti di una politica che preferiva il dialogo, magari serrato, allo scontro frontale a tutti a costi.
E poi i ricordi dell’impegno giovanile a Pazzano e l’orgoglio «di essere prima di tutto un roccellese» come ha ricordato il primo cittadino della cittadina jonica Zito. Ma sono le parole del Governatore Mario Oliverio che fissano il ricordo dell’uomo prima che del politico già consigliere regionale e poi, per tre legislature, parlamentare della Repubblica. «Io e Mimmo ci conoscevamo dall’inizio degli anni settanta. Ci hanno accumunato tante battaglie politiche, dal no al centro siderurgico da realizzare a Gioia Tauro alle battaglie in memoria di Rocco Gatto». E ancora i ricordi personali di un’amicizia nata dalla convivenza romana durante il comune periodo parlamentare e il ricordo dei dolorosi ultimi mesi per l’ex sindaco di Roccella, ultimo, o quasi, degli esponenti di una politica che preferiva il dialogo, magari serrato, allo scontro frontale a tutti a costi.