Rousseau dice sì all’accordo, via libera al governo giallo-rosso

Rousseau dice sì all’accordo con il 79%, via libera al governo giallo-rosso

Giornata decisiva per la trattativa Pd-M5S sul governo. Saltato lo schema dei due vicepremier, l’ipotesi su cui starebbero lavorando M5s e Pd in queste ore vedrebbe l’assegnazione di due ministeri di punta ai due “capi delegazione” dei partiti. E’ quanto trapela in queste ore in ambienti Dem. Se passasse questo schema – ma in queste ore è ancora tutto in divenire – il capo del M5s Luigi Di Maio, secondo le stesse fonti, potrebbe diventare ministro degli Esteri, andando a guidare la Farnesina. Per il Pd il capo della delegazione sarebbe invece Dario Franceschini, in conseguenza della scelta di Nicola Zingaretti di non entrare nel governo e dopo il passo indietro di Andrea Orlando, che resta al partito da vicesegretario. E’ per questo che circola con insistenza l’ipotesi che Franceschini diventi il ministro dell’Interno. Ma per il Viminale resta in pole l’idea di un nome tecnico, come quello del prefetto di Milano Luciana Lamorgese o del capo della Polizia Franco Gabrielli.

Giornata decisiva per la trattativa Pd-M5S sul governo. Saltato lo schema dei due vicepremier, l’ipotesi su cui starebbero lavorando M5s e Pd in queste ore vedrebbe l’assegnazione di due ministeri di punta ai due “capi delegazione” dei partiti. E’ quanto trapela in queste ore in ambienti Dem. Se passasse questo schema – ma in queste ore è ancora tutto in divenire – il capo del M5s Luigi Di Maio, secondo le stesse fonti, potrebbe diventare ministro degli Esteri, andando a guidare la Farnesina. Per il Pd il capo della delegazione sarebbe invece Dario Franceschini, in conseguenza della scelta di Nicola Zingaretti di non entrare nel governo e dopo il passo indietro di Andrea Orlando, che resta al partito da vicesegretario. E’ per questo che circola con insistenza l’ipotesi che Franceschini diventi il ministro dell’Interno. Ma per il Viminale resta in pole l’idea di un nome tecnico, come quello del prefetto di Milano Luciana Lamorgese o del capo della Polizia Franco Gabrielli.

Il vicesegretario Pd Andrea Orlando e Dario Franceschini intanto sono appena arrivati a Palazzo Chigi dove è previsto un incontro con il premier incaricato Giuseppe Conte e, presumibilmente, la delegazione M5S. Orlando e Franceschini sono arrivati a piedi a Palazzo Chigi, senza rilasciare dichiarazioni.

Nel pomeriggio Andrea Orlando avverte su Fb che lui non entrerà nella nuova compagine governativa. ‘Il segretario – spiega Orlando – mi ha proposto di fare parte del nuovo governo con una delega di grande rilievo. Ho declinato per due ragioni. La prima è che, come ripeto da settimane, la nostra richiesta di discontinuità implica la necessità di una forte innovazione anche nella nostra compagine. La seconda, la più importante, è che credo che la scommessa che stiamo facendo si gioca in larga parte nella società e in questo senso sarà determinante il ruolo del nostro partito”.

Intanto è in corso, dalle 9, il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau. I votanti, dopo le 16, sono stati “oltre73mila”, annuncia Enrica Sabatini, membro dell’Associazione Rousseau, ai microfoni de La7. “Siamo particolarmente orgogliosi e vorrei dedicare questo a Gianroberto Casaleggio”, aggiunge Sabatini che, sulla regolarità della piattaforma sottolinea: “Quello che si è verificato stamattina è stata una coda virtuale, di alcuni secondi”.

Si vota fino alle 18 e si chiede di dire se si è “d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte”.

“Non credo – commenta Matteo Renzi – che il M5s voglia suicidarsi e che ci siano dubbi: è un atto di responsabilità, se non si va a un governo si va a elezioni con l’aumento dell’Iva e la recessione, non solo un bagno di sangue per l’Italia ma anche per i grillini. Sono ottimista perchè facciano prevalere il buonsenso”.

A Palazzo Chigi, nel corso della mattinata hanno fatto tappa anche il sottosegretario Vincenzo Spadafora, il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli, il suo omologo alla Camera Francesco D’Uva e il senatore Nicola Morra. Mentre una riunione tra il premier incaricato Giuseppe Conte e la delegazione Pd formata da Andrea Orlando e Dario Franceschini, inizialmente prevista in mattinata, e slittata. Forse al tardo pomeriggio. Da sciogliere ancora il nodo della squadra e dei nomi per i ministeri chiave, a partire dal Mef. Nodo che sarà affrontato, probabilmente, solo a votazione su Rousseau terminata. Nel frattempo Di Maio continua a non esporsi. “Ho votato ma il mio voto è segreto. Comunque vada sarà un successo della democrazia diretta”, ha sottolineato il leader M5S.

Sul blog M5s è stata pubblicata anche la bozza del documento di programma di governo M5s-Pd. Si tratta di 26 punti, dall’Iva al conflitto di interessi alla sicurezza. Su questo ultimo punto di prevede che: “La disciplina in materia di sicurezza dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”. La versione finale del testo dovrebbe arrivare in serata, dopo un nuovo incontro a Palazzo Chigi. Sull’immigrazione si invoca una “forte risposta europea, anche attraverso la definizione di una normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e all’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – affronti i temi dell’integrazione”.

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