Rsa a Catanzaro, il tentativo della “Vivere Insieme” di accedere alla monetizzazione

Si arricchisce di nuovi particolari sul piano amministrativo la vicenda politico-giudiziaria che ha portato al sequestro di beni per 38mila euro nei confronti dell’ex consigliere regionale Claudio Parente

di Bruno Mirante – Si arricchisce di nuovi particolari sul piano amministrativo la vicenda politico-giudiziaria che ha portato al sequestro di beni per 38mila euro, disposto dalla Procura dalla Repubblica di Catanzaro nei confronti dell’ex capogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia Claudio Parente indagato per corruzione e peculato assieme ai consiglieri comunali di Catanzaro Giuseppe Pisano e Francesco Gironda.

Una telenovela lunga 24 anni

Una telenovela lunga 24 anni

Tutto inizia con la delibera del consiglio comunale del 6 agosto 1997 con la quale veniva attribuito per 80 anni all’associazione interregionale “Vivere Insieme Onlus” un diritto di superficie su aree pari a 12.900 metri quadri per destinazione ad impiantistica sportiva e centro sanitario. Sono trascorsi ventiquattro anni e la storia del “Quartiere dello sport e della salute” della zona sud di Catanzaro si è più volte arricchita di capitoli aperti e chiusi negli uffici di Palazzo De Nobili e nell’aula consiliare. Se le accuse rivolte agli indagati si riferiscono al Consiglio comunale convocato di urgenza dal presidente Marco Polimeni per l’approvazione della delibera numero 95 del 13 settembre 2018 con cui l’associazione interregionale “Vivere Insieme” di cui Parente – secondo l’ipotesi accusatoria – è titolare e amministratore di fatto (ma va precisato che già dal febbraio 2010 ha lasciato ogni carica in Vivere Insieme, che pure ha fondato insieme all’imprenditore Massimo Poggi Madarena), ha ottenuto l’affidamento per il progetto di riqualificazione Catanzaro Sud, da periferia a nuova centralità, in aree ex piano di zona numero 5 denominato Corvo-Aranceto, per la costruzione di un complesso di attività di carattere sanitario e sportivo, è nel luglio 2020 che la “telenovela” Vivere Insieme continua quantomeno sul piano amministrativo.

Il regolamento per la monetizzazione

Il Consiglio comunale di Catanzaro con delibera n.10 del 26 febbraio 2020 ha approvato il “Regolamento per la monetizzazione delle aree da destinare a standard eccedenti la dotazione minima inderogabile di cui all’art. 3 D.M. 2 aprile 1968 n.1444”. Per standard urbanistici si intendono i rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e gli spazi pubblici riservati alle attività collettive, all’edilizia scolastica, come aree per l’istruzione, aree per attrezzature di interesse comune, a verde pubblico o a parcheggi. L’evoluzione della materia urbanistica ha introdotto la possibilità di “monetizzare” lo standard, pratica che permette al lottizzante di corrispondere alla pubblica amministrazione un canone in danaro per ogni metro quadrato non ceduto. L’amministrazione pubblica avrà poi l’obbligo di utilizzare quanto ottenuto dalla monetizzazione per la realizzazione di opere pubbliche da localizzarsi ove pianificato. L’approvazione del regolamento era stata fortemente contestata dal consigliere di minoranza Sergio Costanzo. Nel mirino del consigliere era finito in particolare l’articolo 3 del regolamento giudicato come una sorta di “regalo” per “Vivere insieme”: “..nell’ipotesi di finanziamenti pubblici – recita l’articolo 3- anche a soggetti privati per la realizzazione di interventi conformi alla tipologia degli standard di riferimento, ravvisata una inequivoca mancanza di interesse pubblico all’acquisizione o al mantenimento degli standard in eccedenza, le aree sono monetizzabili poiché destinate all’uso pubblico per la realizzazione di tipologia di servizi afferenti perennemente ai previsti standard”.

Urbanistica e Patrimonio: due pareri discordanti

L’8 luglio2020 il legale rappresentante di Vivere Insieme invia una pec raccomandata al protocollo generale di Palazzo De Nobili con la richiesta di monetizzare alcune aree su cui saranno realizzati i progetti della ultraventennale idea speculativa-sportiva-sanitaria da realizzare nel quartiere Corvo.
La risposta del Comune arriva il 17 agosto e reca la firma del dirigente all’Urbanistica Giuseppe Lonetti (oggi in pensione) e del funzionario responsabile del procedimento Umberto Cosco. Nell’atto si parla di “consolidata giurisprudenza” e i tecnici comunali utilizzano l’espressione “obbligatoriamente” in riferimento alla possibilità di Vivere Insieme di accedere all’istituto della monetizzazione.
Quanto descritto tuttavia produce la secca reazione del settore Patrimonio di Palazzo De Nobili. In riscontro all’atto firmato dal dirigente dell’Urbanistica, l’architetto Andrea Adelchi Ottaviano produce infatti un parere di segno diametralmente opposto. Preliminarmente, il dirigente osserva che l’istituto della monetizzazione non è applicabile alla vendita o alienazione di beni immobili di proprietà comunale per concludere che le aree richieste da Vivere Insieme sono già appartenenti al patrimonio del Comune e la loro vendita a un prezzo diverso da quello del più probabile valore di mercato costituirebbe un sicuro danno erariale. Ottaviano sottolinea inoltre che le strutture che saranno realizzate nell’area di cui Vivere Insieme gode del diritto di superficie, al termine della convenzione saranno acquisite, senza oneri, al patrimonio comunale incrementando il valore patrimoniale dell’ente.

La segretaria comunale si rivolge all’Avvocatura

Basterebbe quanto descritto per archiviare la questione ma è qui che entra in scena il segretario generale di Palazzo De Nobili Vincenzina Sica che il 25 settembre 2020 investe il settore Avvocatura per dirimere la “controversia”. Nella richiesta di parere Sica rimarca inoltre l’elevato valore socio economico dei progetti ammessi a finanziamento a motivo degli interventi in campo sociale, sportivo educativo e sanitario da realizzare nell’area in questione. Ma non solo. “Si porta, inoltre, a conoscenza – scrive Sica – che l’Associazione Interregionale Vivere Insieme, nelle more della definizione dell’iter burocratico, ha acquisito nell’ambito della programmazione sanitaria Regionale, l’autorizzazione alla realizzazione di n. 20 posti letto di RSA medicalizzata nonché di n. 20 posti letto di assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale per minori da ubicarsi nell’ambito delle preposte strutture facenti parte del progetto in argomento”. In sostanza- secondo la segretaria esisterebbero delle autorizzazioni con riconoscimento di posti letto accreditati dalla Regione Calabria su strutture che, tuttavia, di fatto non esistono.

La risposta del dirigente del settore Avvocatura, Saverio Molica parte dalla considerazione che sul funzionamento degli organi istituzionali dell’ente e sul coordinamento degli Uffici l’attività consultiva e di supporto tecnico-giuridico è demandata dalla legge non al settore Avvocatura ma proprio al Segretario generale. Tuttavia, Molica propone una articolata risposta, in punta di diritto, che finisce con il concordare con quanto espresso dal settore Patrimonio. In sostanza anche secondo l’avvocatura Vivere Insieme può proporre l’acquisto della piena proprietà delle aree ma non può accedere all’istituto della monetizzazione.

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