Catanzaro e l’anomalia Fiorita: “Diamo fastidio ai poteri forti” (VIDEO)

Il sindaco rilancia l'idea di un patto per ridare autorevolezza alla città e denuncia: "Il nostro processo di cambiamento avversato da forze non sempre visibili"
fiorita anci calabria

di Mimmo Famularo – Ha tagliato il panettone, ha brindato al nuovo anno e adesso punta ad arrivare al primo anno di amministrazione. Chi pensava che l’esperienza di Nicola Fiorita a sindaco di Catanzaro durasse da Natale a Santo Stefano è rimasto deluso ma anche chi sperava in un cambiamento veloce e repentino non può essere pienamente soddisfatto dei primi sette mesi del dopo-Abramo. Per riassumerli il primo cittadino di Catanzaro consiglia la visione di un film di Ficarra e Picone. Si chiama “L’ora legale” e la trama racconta la storia di un sindaco che chiedendo il cambiamento riceve un grande consenso ma quando poi va ad applicare la sua ricetta smuove degli interessi e ottiene una reazione contraria. Così chi era il principale sostenitore del cambiamento si ribella. “E’ quello che stiamo toccando per mano. Abbiamo avuto – dice nell’intervista rilasciata a Calabria7 – una grande investitura per far rispettare le regole, non per privilegiare uno piuttosto che un altro”.

Nel film il sindaco non riesce a cambiare la città, ma Nicola Fiorita crede nel cambiamento e va avanti per la sua strada. “Forse questo processo di cambiamento sarà più lento di quanti tanti immaginavano ma è l’unico modo per farlo resistere al tempo e alle contraddizioni di buona parte della nostra società”. Non si sente un sindaco accerchiato dal centrodestra che governa il Paese, la Regione, persino la Provincia di Catanzaro. Piuttosto si definisce un’anomalia. “Godiamo di un grande consenso popolare ancora e sono sicuro che lo rafforzeremo anche nei prossimi mesi quando una serie di iniziative verranno a compimento. La nostra esperienza – sottolinea – è un’anomalia rispetto ai centri di potere, a un sistema fortemente consolidato e a un modo di intendere la politica. E’ un’anomalia in questa città far rispettare le regole indipendentemente di chi si ha di fronte, entrare in contrapposizione radicale con dei privati e decidere che tutte le nomine pubbliche siano fatte attraverso una manifestazione d’interesse rispettando il principio della pari opportunità. Non c’è dubbio che questo processo di cambiamento sia avversato da forze non sempre visibili ma questa è la cifra della nostra esperienza e noi vogliamo fare il bene di Catanzaro senza rinunciare a essere un’anomalia”.

Nel film il sindaco non riesce a cambiare la città, ma Nicola Fiorita crede nel cambiamento e va avanti per la sua strada. “Forse questo processo di cambiamento sarà più lento di quanti tanti immaginavano ma è l’unico modo per farlo resistere al tempo e alle contraddizioni di buona parte della nostra società”. Non si sente un sindaco accerchiato dal centrodestra che governa il Paese, la Regione, persino la Provincia di Catanzaro. Piuttosto si definisce un’anomalia. “Godiamo di un grande consenso popolare ancora e sono sicuro che lo rafforzeremo anche nei prossimi mesi quando una serie di iniziative verranno a compimento. La nostra esperienza – sottolinea – è un’anomalia rispetto ai centri di potere, a un sistema fortemente consolidato e a un modo di intendere la politica. E’ un’anomalia in questa città far rispettare le regole indipendentemente di chi si ha di fronte, entrare in contrapposizione radicale con dei privati e decidere che tutte le nomine pubbliche siano fatte attraverso una manifestazione d’interesse rispettando il principio della pari opportunità. Non c’è dubbio che questo processo di cambiamento sia avversato da forze non sempre visibili ma questa è la cifra della nostra esperienza e noi vogliamo fare il bene di Catanzaro senza rinunciare a essere un’anomalia”.

-Sono passati sette mesi dalla sua elezione a sindaco. Cosa le ha dato maggiore soddisfazione e cosa le è dispiaciuto di più?

Sono emerse delle criticità profonde che ci preoccupano moltissimo soprattutto sotto il versante dei conti pubblici. Noi siamo stati votati ed eletti per cambiare questa città ma a volte si ha la sensazione che invece il nostro compito sia quello di salvarla perché ogni giorno emergono debiti pregressi. Tra le cose che mi hanno dato soddisfazione c’è il rilancio del centro storico, la grande capacità di costruire delle festività natalizie diverse e molto apprezzate dalla città, la capacità di aver recuperato molti progetti che erano a rischio. Sono stati mesi in cui abbiamo posto le basi per risultati che speriamo di raccogliere a breve.

-Lei governa con una maggioranza risicata. Come pensa di allargarla e soprattutto dove: verso destra o verso il centro

E’ risicata dall’inizio. Una difficoltà politica che non ci è mai sfuggita. Sin dal primo consiglio comunale ho rilanciato l’idea di un patto per la città. E’ una cosa a cui credo veramente e penso sia essenziale per Catanzaro mettere insieme tutte le forze. Non possiamo negare l’evidenza politica: Catanzaro ha perso autorevolezza, è una città debole, che se non avesse avuto capacità di mobilitazione avrebbe rischiato di perdere anche la sua centralità dal punto di vista sanitario. Catanzaro è anche la città dove non si riesce ad aprire la sede della Procura europea che è una sconfitta tremenda per tutti calabresi. Se noi non recuperiamo forza e compattezza questa città è destinata ad affondare.

-Sintetizzando meglio Filippo Mancuso o Valerio Donato?

Ognuno ha cariche diverse. Uno è un consigliere comunale ed è stato anche un mio avversario nell’ultima competizione elettorale; l’altro era un consigliere comunale quando io ero all’opposizione e oggi è il presidente del consiglio regionale, una carica importante. Io credo che quello che dicevo valga per tutti. Occorre voler contribuire a restituire forza, autorevolezza e centralità a questa città. Occorre farlo non solo con le parole ma con i fatti. Io credo che Valerio Donato, per esempio, abbia avuto un ruolo importante nella battaglia condotta per l’azienda unica e per il corso di laurea in Medicina. E’ stata una presenza importante come lui può essere per questa città. Resto stupito quando invece l’atteggiamento di ostracismo e di critica assume i caratteri di strumentalità.

– Si va verso una sola azienda ospedaliera ma la fusione tra la Dulbecco e il Pugliese è di tipo amministrativo e contabile, non reale. Come intende muoversi per garantire davvero una sanità migliore alla sua città?

Che si arrivi all’integrazione è il presupposto essenziale per una sanità migliore, senza saremmo destinati ad averne una peggiore. Abbiamo fatto una battaglia scomoda perché abbiamo scelto ancora una volta la cosa che era giusta rispetto a quella che era conveniente. Io mi sono battuto mobilitando e chiamando la città intorno al suo sindaco e lo ho fatto anche mettendomi contro la mia università. Lo abbiamo fatto evitando che tutto ciò sfociasse in un becero campanilismo. Mi dispiace molto che alcuni esponenti della sinistra cosentina non abbiano saputo cogliere l’anomalia di una battaglia che veniva fatta per la difesa del territorio ma non contro un territorio. Un’anomalia rispetto alla storia recente della Calabria.

– I maligni dicono che lei ha rinunciato al ricorso al Tar in palese conflitto d’interesse essendo in attesa di un posto da professore ordinario all’Unical

Non so chi siano questi maligni ma sono particolarmente disinformati. Noi abbiamo rinunciato al ricorso al Tar contro il Dca del presidente Occhiuto che rallentava a nostro avviso il percorso di costituzione dell’azienda unica. Io non ho mai ricercato l’interesse personale. Se lo avessi fatto in questa vicenda, come in altre vicende, avrei fatto scelte diverse rispetto a quelle che ho compiuto. Credo che sia stata una battaglia lineare e trasparente. Non mi ha portato e non mi porterà vantaggi. Ho vinto il concorso per la prima fascia per il posto da ordinario molti anni fa e durante il periodo in cui ho fatto il consigliere comunale non ho esitato a prendere posizioni su questa vicenda.

– Qual è la prossima sfida da affrontare per Fiorita sindaco e quale scommessa intende vincere?

La prossima sfida riguarda la tenuta dei conti dell’amministrazione e si tratta adesso di salvare Catanzaro. Dopo di che cercheremo di realizzare dei progetti che tengano nel tempo. La sfida che intendo vincere è una ed è semplicissima: lasciare la città molto migliore di come l’abbiamo trovata. E’ una sfida che si gioca sui cinque anni e non sui sette mesi ed è una sfida che io ritengo di poter vincere.

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