Un disimpegno dimostrato, secondo Russo, con nella mancata attuazione della clausola del 34% per gli investimenti ordinari che dovrebbero essere diretti al Mezzogiorno e che nella realtà dei fatti si riduce al 28%.
“Sei punti percentuali all’anno – spiega – che si traducono in minore risorse da destinare allo sviluppo del Sud. Questo ci porta a chiedere con forza – dice il segretario generale della Cisl – un impegno serio e concreto in direzione opposta.
“Sei punti percentuali all’anno – spiega – che si traducono in minore risorse da destinare allo sviluppo del Sud. Questo ci porta a chiedere con forza – dice il segretario generale della Cisl – un impegno serio e concreto in direzione opposta.
Servono risorse aggiuntive e fresche rispetto a quelle già previste dai fondi comunitari per sviluppare iniziative straordinarie tese a dotare la Calabria di quelle infrastrutture materiali e immateriali utili a metterla in condizione di competere con altri territori e recuperare così il suo gap di crescita. Le iniziative annunciate dal nuovo esecutivo all’atto del suo insediamento – segnala Russo – con il varo del Piano per il sud non possono in questo senso trasformarsi in una semplice rimodulazione di fondi già previsti per la nostra regione, ma devono contemplare meccanismi finanziati con risorse aggiuntive, complementari rispetto ai fondi Ue. Magari rinegoziando con l’Europa maggiore flessibilità per gli investimenti diretti al Sud a partire del sistema del cosiddetto Patto di stabilità interno.
Ma chiediamo anche – propone ancora – rendere appetibile per le multinazionali italiane ed estere investire nel Sud e in Calabria. Territori che viceversa queste aziende, di cui molte anche a partecipazione statale, stanno progressivamente abbandonando. In questo senso è necessario introdurre sistemi che ancorino i sostegni agli investimenti al mantenimento dei livelli occupazioni e di crescita nelle realtà meridionali. Solo in questo modo – conclude Russo – si potranno innescare meccanismi virtuosi di ripresa dell’economia e dell’occupazione calabrese.
La nostra regione non ha bisogno di misure assistenziali ma di iniziative per creare lavoro vero e duraturo sul territorio. Questo consentirà di fermare lo spopolamento e la fuga dei giovani che sta compromettendo qualsiasi ipotesi di sviluppo futuro della Calabria”.
Redazione Calabria 7