Sale l’indice di contagio, scende l’incidenza: “allerta di resilienza” in Calabria

L'incidenza sarebbe ancora in discesa dal valore 146 registrato nel monitoraggio della scorsa settimana, arrivando a 127. 
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Sale anche questa settimana l’indice di contagio del Coronavirus in Italia che passa dallo 0.85 della scorsa settimana a 0.89. È questo il valore che, secondo quanto si apprende, starebbero valutando gli esperti della Cabina di regia per il monitoraggio settimanale Istituto Superiore della Sanità – Ministero della Salute. L’incidenza, secondo gli ultimi calcoli, sarebbe ancora in discesa dal valore 146 registrato nel monitoraggio della scorsa settimana, arrivando ora a 127.

L’incidenza in Italia “è in lenta diminuzione ma ancora elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. E’ necessario continuare a ridurre il numero di nuovi casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale”. Lo rileva la bozza del report settimanale di monitoraggio ministero della Salute-Iss.

L’incidenza in Italia “è in lenta diminuzione ma ancora elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. E’ necessario continuare a ridurre il numero di nuovi casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale”. Lo rileva la bozza del report settimanale di monitoraggio ministero della Salute-Iss.

“L’Rt ospedaliero è un valore fondamentale”

“La prima cosa da superare oggi, vista anche la situazione contingente, è l’indice Rt che oggi andiamo a valutare”, ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ritenendolo poco affidabile. In alternativa, per Fedriga “un indice da tenere in considerazione è il Rt ospedaliero: fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione ed è un indicatore che può dare segnale importante, e che non dà una visione distorta”.

“Avremo un confronto come Regioni – conclude – con il Commissario Figliuolo” per verificare la possibilità che a una persona vaccinata con la prima dose possa essere somministrata la “seconda dose in vacanza. Stiamo vedendo se è possibile organizzare questo, stiamo lavorando ma siamo di fronte alla campagna più grande della storia dell’umanità. Molte cose si possono risolvere, altre sono molto difficili, qualche disagio può esserci”.

Calano ricoveri, “allerta di resilienza” in Calabria

Scende il numero di regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: sono 5 contro le 8 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sotto la critica (27%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 2.748 (27 aprile) a 2.423 (4 maggio). E’ quanto rileva la bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (29%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 20.312 (27 aprile) a 18.176 (4 maggio). Soltanto la Calabria, come riporta SkyTG24, presenta una allerta di resilienza. Nessuna regione riporta molteplici allerte.

Come vengono elaborati gli indicatori

Gli indicatori, come riporta l’Iss sul suo sito, permettono di valutare tre aspetti di interesse per la valutazione del rischio: probabilità di diffusione, impatto e resilienza territoriale. Una volta raccolti i dati, ognuno dei quali ha delle soglie di ‘allerta’, e verificata la qualità degli stessi, si effettua un’analisi attraverso due algoritmi, uno per la probabilità ed uno per l’impatto.

Combinando i risultati di questi in una matrice di rischio si calcola  il livello di rischio stesso. Qualora si riscontrino molteplici allerte relative alla resilienza territoriale, il livello di rischio deve essere elevato al livello di rischio immediatamente successivo. Per ognuno di questi tre aspetti (probabilità, impatto e resilienza) servono molteplici indicatori o criteri aggiuntivi che indichino una criticità per poter alzare il livello di rischio di una regione.

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