Salgono a 228, nel mondo, i casi di epatite acuta dalle cause sconosciute verificatisi nei bambini, ma oltre 50 sono ora sotto inchiesta. In Italia, a seguire con attenzione il problema, è un’Unità di Crisi da poco costituita, mentre sono in arrivo una nuova circolare del Ministero della Salute per uniformare le misure sul territorio e anche una campagna di comunicazione nelle scuole. Intanto, non ci sono novità sul fronte delle possibili cause e l’Organizzazione mondiale della sanità conferma come l’adenovirus resti fra le ipotesi principali. Sarebbe, invece, da escludere un legame con il vaccino anti Covid, visto che alla stragrande maggioranza dei bimbi non era stato somministrato.
Locatelli: “Numeri sovrapponibili”
Locatelli: “Numeri sovrapponibili”
Dal primo rapporto arrivato dal Regno Unito, il 5 aprile, fino al 1 maggio, fa sapere l’Oms, ci sono almeno 228 casi di epatiti da cause sconosciute in bambini sotto i 16 anni. Sono stati segnalati da 20 paesi, dall’Europa alle Americhe, dal Sud-est asiatico al Pacifico e almeno 15 sarebbero i trapianti di fegato effettuati. in Italia, la Società Italiana Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (Sigenp) ha documentato, da inizio anno a oggi, 20 casi di epatite a causa sconosciuta nei bambini. “Numeri sovrapponibili a quelli del triennio precedente”, secondo le parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Ma non per questo da sottovalutare.
Il ruolo dell’adenovirus
Anche i primi dati che arrivano dagli Stati Uniti non aiutano a chiarire le origini delle epatiti che stanno colpendo i bambini. Sul bollettino dei Centers for Disease Control and Prevention è stato pubblicato il rapporto relativo ai primi casi di epatiti anomale segnalati in Alabama tra ottobre e febbraio: 9 bambini in tutto, due dei quali hanno avuto bisogno di un trapianto di fegato. Al momento, tutti sono guariti o sono in fase di guarigione. In tutti è stato riscontrata un’infezione da adenovirus, ma non è chiaro il ruolo di questo agente patogeno-
I dati contenuti nel report mostrano che, dei 9 bambini che hanno contratto l’epatite da cause ancora sconosciute, 5 avevano meno di 2 anni, 1 aveva tra i 3 e i 4 anni, 3 avevano tra i 5 o 6 anni. Provenivano da aree diverse dello Stato né esisteva alcun legame epidemiologico tra loro. I sintomi più frequenti sono stati vomito, diarrea e febbre.
I risultati
I test effettuati – come riporta l’agenzia Ansa – hanno confermato la presenza nel sangue di tutti i bambini di adenovirus, nei 5 bambini in cui sono stati fatti approfondimenti, è stato rilevato che si trattava dell’adenovirus di tipo 41, che è noto per poter essere responsabile, in rari casi e in bambini immunocompromessi, di epatiti. La gran parte dei bambini, tuttavia, presentava anche infezioni concomitanti da altri agenti: in 6 casi su 9 è stata riscontrata una riattivazione di una precedente infezione da virus di Epstein-Barr, in 4 infezioni da altri virus come Enterovirus o Rhinovirus. Nessuno di loro aveva un’infezione da SarsCov2 attiva al momento del ricovero.
Inoltre, nessuno dei 9 bambini aveva una storia nota di Covid-19. Il dato, tuttavia, è ancora oggetto di verifica: potrebbe trattarsi di casi asintomatici o pauci-sintomatici sfuggiti ai genitori. Proprio la scorsa settimana, infatti, uno studio condotto dai Cdc stimava che circa il 75% degli under-17 americani aveva contratto un’infezione da SarsCoV2.
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