Salute, i tragici dati dell’aderenza terapeutica alle cure dei malati cronici

I passi avanti della ricerca medica, gli avanzamenti di quella farmacologica, l’adozione di nuove terapie capaci di dare risposte a patologie fin qui incurabili: tanto progresso che rischia di essere vanificato da una semplice scelta di un paziente, quella di non curarsi, oppure dall’incapacità di rispettare le posologie o gli orari di carichi terapeutici importanti, a volte di una decina di diversi medicinali. Da quasi due anni, un gruppo di medici, psicologi, farmacologi delle Università di Lodz, Porto e della Maugeri sta lavorando a un progetto europeo per fornire al mondo sanitario, così come ai caregivers, familiari e professionisti, nuove competenze e strumenti per migliorare, nel rapporto col paziente, l’aderenza alle cure. Il progetto, denominato Skills4Adherence, è cofinanziato nell’ambito di Erasmus+, il programma europeo a sostegno della mobilità e dello scambio fra professionisti.

La mancata aderenza alle terapie è un problema internazionale e l’Italia non ne è certo immune: nel gennaio scorso, il Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia – CIAT, che riunisce società scientifiche, professionali e dei pazienti, ha fornito il quadro di molte patologie croniche in cui la scelta del paziente di non curarsi – omissione, dimenticanza, difficoltà di discernimento – è ancora troppo elevata. Assume regolarmente le terapie solo 57,5% degli ipertesi, il 63,4 dei diabetici, il 52,1% di chi è ammalato di osteoporosi, fino arrivare al record, negativo, del 13,4% nel caso delle sindromi ostruttive delle vie respiratore, come la terribile Broncopnuemopatia cronica ostruttiva-BPCO. Un quadro davvero preoccupante, che si incrocia a quello dell’invecchiamento della popolazione, visto che, come riporta ancora il CIAT, il 50% degli anziani nel nostro Paese, pari 6,8 milioni di over 65, soffre di almeno una malattia cronica.

La mancata aderenza alle terapie è un problema internazionale e l’Italia non ne è certo immune: nel gennaio scorso, il Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia – CIAT, che riunisce società scientifiche, professionali e dei pazienti, ha fornito il quadro di molte patologie croniche in cui la scelta del paziente di non curarsi – omissione, dimenticanza, difficoltà di discernimento – è ancora troppo elevata. Assume regolarmente le terapie solo 57,5% degli ipertesi, il 63,4 dei diabetici, il 52,1% di chi è ammalato di osteoporosi, fino arrivare al record, negativo, del 13,4% nel caso delle sindromi ostruttive delle vie respiratore, come la terribile Broncopnuemopatia cronica ostruttiva-BPCO. Un quadro davvero preoccupante, che si incrocia a quello dell’invecchiamento della popolazione, visto che, come riporta ancora il CIAT, il 50% degli anziani nel nostro Paese, pari 6,8 milioni di over 65, soffre di almeno una malattia cronica.

Nel caso di questa popolazione, le punte di mancata aderenza possono raggiungere quota 70%, anche perché 11 su 100, pari a 1,5 milioni di persone, devono assumere ogni giorno 10 o più farmaci. “Da questi primi anni di lavoro in rete”, spiega Anna Giardini, psicologa all’IRCCS Montescano (Pv) e coordinatrice del progetto per parte Maugeri, “risulta sempre più evidente che la mancata aderenza alle prescrizioni, con stime intorno al 50%, costituisce un problema diffuso in tutto il mondo, con conseguenze negative sulla salute individuale e con ricadute di tipo economico”.

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