di Bruno Mirante – Il Comune di Catanzaro non sarebbe in possesso degli atti che legittimino e certifichino la titolarità del Complesso monumentale da parte del Comune stesso. A denuncialo è il curatore artistico Stefano Morelli: “Sembra, anche se pare incredibile, e spero davvero che qualcuno si disturbi a smentirmi, che non sia mai stato portato a compimento – spiega Morelli – il passaggio di proprietà dal Ministero/Demanio al Comune, all’epoca della sua trasformazione da carcere a Complesso monumentale”.
Una denuncia che se confermata avrebbe del clamoroso. A Palazzo De Nobili regna la cautela e si attende di effettuare delle verifiche per comprendere se il complesso monumentale (destinatario di fondi regionali) sia effettivamente di proprietà comunale. Tuttavia, riferiscono fonti interne al Palazzo comunale, sembrerebbe che effettivamente gli atti che ne certifichino la titolarità siano assenti.
Una denuncia che se confermata avrebbe del clamoroso. A Palazzo De Nobili regna la cautela e si attende di effettuare delle verifiche per comprendere se il complesso monumentale (destinatario di fondi regionali) sia effettivamente di proprietà comunale. Tuttavia, riferiscono fonti interne al Palazzo comunale, sembrerebbe che effettivamente gli atti che ne certifichino la titolarità siano assenti.
“Lo avevo già capito in occasione della donazione dell’opera di Gaetano Pesce, la Maestà Sofferente, che il maestro del design internazionale voleva far giungere in Calabria come simbolo di speranza, rinascita e forza – scrive Morelli. Alla morte di Jole Santelli, la Governatrice improvvisamente scomparsa nell’inverno scorso, non se ne fece più niente – prosegue il critico d’arte – a causa del sopravvenuto disinteresse delle istituzioni che interruppero ogni comunicazione con l’artista. Oltre a una grande opera, femminile e femminista, la Regione perdeva così l’occasione di far acquisire gratuitamente al patrimonio un bene il cui valore è stimato in 500.000 euro. Così la Regione Calabria, così il Comune di Catanzaro”.
L’opera de U Ciaciu e la risposta del Comune
“E non stupisce e non può stupire, dunque, che a quasi un anno di distanza il ‘Profilo dell’anima’, l’opera di Saverio Rotundo – incalza Morelli – da me donata alla città nel luglio scorso, non sia stata e non sia nemmeno in procinto di essere allestita laddove concordato con il Sindaco in un mio incontro di qualche mese fa. Si era deciso in quella occasione, preceduta da un mio appello comparso sulla stampa locale in cui lamentavo che l’opera ancora giacesse nei depositi, di sistemarla dedicandogli una delle pareti esterne del Complesso monumentale del San Giovanni”. E ancora: “Quello che stupisce e che lascia sinceramente attoniti sono le motivazioni per le quali, scopro oggi, la municipalità, pare, non possa installare l’opera. Si lascia filtrare, infatti, candidamente e senza vergogna, che il Comune di Catanzaro non potrà collocarla lì perché, ecco la sorpresa, sembra che manchino gli atti che legittimino e certifichino la titolarità del Complesso monumentale da parte del Comune stesso. Sembra, anche se sembra incredibile, e spero davvero che qualcuno si disturbi a smentirmi, che non sia mai stato portato a compimento il passaggio di proprietà dal Ministero/Demanio al Comune, all’epoca della sua trasformazione da carcere a Complesso monumentale.
“Se fosse confermato la produzione culturale degli ultimi 30 anni sarebbe abusiva”
“Mentre scrivo queste righe- continua Morelli – , tremo. A conti fatti, se si accertasse la veridicità di tali gravissime informazioni l’intera produzione culturale cittadina degli ultimi trent’anni risulterebbe come abusiva: abusive le mostre, abusive i convegni; così come i fondi ricevuti, le convenzioni siglate, gli affidi in gestione e soprattutto il lavoro e lo sforzo di tanti che in questa storia non c’entrano niente. Io non ho le carte in mano e mi aspetto di essere smentito, chiedendo già scusa per aver creduto all’incredibile, ma la cosa più sconcertante è che di informazioni di tale gravità si faccia ancora una volta becero chiacchiericcio e non detto. E mentre Saverio Rotundo, unico eroe della mia terra, veniva deriso e la sua arte denunciata per edilizia, occupazione e discarica abusiva, una cosa è certa – conclude Morelli – a prescindere da tutto: i veri abusivi eravate voi: “gli occupanti del San Giovanni”.
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