Sangue e vendette nelle Preserre vibonesi, chieste 12 condanne (NOMI)

di Mimmo Famularo – Pene dai tre ai dodici anni. E’ quanto ha chiesto il sostituto procuratore antimafia di Catanzaro Annamaria Frustaci al termine della sua requisitoria al Tribunale di Vibo Valentia dove si sta celebrando il processo scaturito dall’operazione “Black Widow” sul duplice tentato omicidio di Giovanni Nesci e del fratello affetto dalla sindrome di down all’epoca dei fatti (luglio del 2018) appena tredicenne.

Le richieste di condanna

Le richieste di condanna

La pena più alta è stata chiesta per Michele Nardo, 49 anni di Sorianello che rischia una condanna a 12 anni e 6 mesi di reclusione. Queste le altre richieste formulate dal pm: 10 anni e 6 mesi per Vincenzo Cocciolo, 32 anni di Gerocarne; Rosa Inzillo, 52 anni di Sorianello; Antonio Farina, 45 anni di Soriano; sei anni di reclusione e seimila euro di multa sono stati invocati per Viola Inzillo, 54 anni di Gerocarne; sei anni e 6 mesi di reclusione più ottomila euro di multa per Gaetano Muller, 21 anni di Soriano Calabro; quattro anni e quattro mesi più seimila euro di multa per Domenico Inzillo, 65 anni di Francica; quattro anni e sei mesi di reclusione più seimila euro di multa per Salvatore Emanuele, 26 anni di Gerocarne; quattro anni di reclusione e seimila euro di multa per Ferdinando Bartone, 21 anni di Gerocarne e per Michele Idà, 23 anni di Gerocarne; tre anni e seimila euro di multa sono stati, infine, chiesti per Maria Rosa Battaglia e Teresa Inzillo di Gerocarne.

Operazione “Black widow”

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, è stata condotta dalla Squadra Mobile di Vibo. Secondo l’accusa Antonio Farina, Rosa Inzillo, Michele Nardo e Bruno Lazzaro (ucciso in un agguato successivamente) avrebbero concorso tra di loro nell’organizzazione e nell’esecuzione del tentato omicidio. Rosa Inzillo e Michele Nardo sarebbero stati gli istigatori e i mandanti mentre Antonio Farina ed il defunto Bruno Lazzaro si sarebbero occupati materialmente dell’esecuzione del progetto omicida. Il fallito agguato, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, è avvenuto nella tarda serata del 28 luglio del 2018 in uno stabile disabitato di Sorianello, su corso Vittorio Emanuele II, di fronte all’abitazione dei due giovani che stavano rincasando. Nei loro confronti sarebbero stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco. L’inchiesta, scaturita proprio da questo duplice tentato omicidio, fa luce su uno spaccato delle attuali dinamiche criminali dell’entroterra vibonese, piegato oramai da decenni dalla contrapposizione per il controllo del territorio delle famiglie Loielo da una parte ed Emanuele-Maiolo dall’altra.

Il collegio difensivo

Conclusa la requisitoria, il processo proseguirà adesso con le discussioni delle difese. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Nazzareno Latassa, Marcello Scarmato, Giuseppe Di Renzo, Gianni Russanno, Vincenzo Galeota, Pamela Tassone.

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