Sanità, a “Presa Diretta” l’assenza della Medicina territoriale in Calabria

“C’era una volta la sanità”. Questo il titolo della prima puntata di “Presa Diretta”, il programma di Rai 3 condotto da Riccardo Iacona, che dopo un viaggio in Lombardia, negli ospedali più colpiti dal Covid, passa alla Calabria.

Il tema affrontato è quello della Medicina Territoriale, o meglio, quella che resta delle strutture che nei piccolo territori si occupa della salute dei cittadini. In Calabria la Medicina territoriale è praticamente scomparsa. Nonostante i 49milioni di euro stanziati dall’Europa per la costruzione di hospice e case della salute  nessuna di queste strutture è mai entrata in funzione. Così come non sono mai stati costruiti i 3 grandi ospedali pubblici (Sibaritide, Vibo e Piana di Gioia Tauro) nonostante i fondi già stanziati. Quello che si vede nelle immagini delle telecamere di Rai 3 sono solo cantieri e l’appello disperato dei calabresi costretti a migrare per ricevere quelle cure che dovrebbero essere la normalità, ma che invece non lo è. Calabresi che anche per una pet sono costretti ad andare fuori regione. Migrazioni sanitarie che costano alla Calabria 2,5 miliardi all’anno e che sono sempre più in aumento.

Il tema affrontato è quello della Medicina Territoriale, o meglio, quella che resta delle strutture che nei piccolo territori si occupa della salute dei cittadini. In Calabria la Medicina territoriale è praticamente scomparsa. Nonostante i 49milioni di euro stanziati dall’Europa per la costruzione di hospice e case della salute  nessuna di queste strutture è mai entrata in funzione. Così come non sono mai stati costruiti i 3 grandi ospedali pubblici (Sibaritide, Vibo e Piana di Gioia Tauro) nonostante i fondi già stanziati. Quello che si vede nelle immagini delle telecamere di Rai 3 sono solo cantieri e l’appello disperato dei calabresi costretti a migrare per ricevere quelle cure che dovrebbero essere la normalità, ma che invece non lo è. Calabresi che anche per una pet sono costretti ad andare fuori regione. Migrazioni sanitarie che costano alla Calabria 2,5 miliardi all’anno e che sono sempre più in aumento.

Nonostante la mancanza di strutture territoriali idonee sono tante le associazioni che lavorano per assistere i malati o fare prevenzione, come il camper di “Donne e diritti” che nella provincia di Cosenza si occupa di eseguire mammografie a tutte quelle donne che non si possono spostare dai paesi di montagna per svariati motivi. Sono 156 i comuni per un totale di 80mila donne da seguire. I Lea in Calabria sono a malapena sufficienti (162 punti su 160) ma su alcuni dati siamo completamente carenti: la prevenzione per i tumori di mammella e colon e per l’Adi (assistenza domiciliare integrata).

Infine le telecamere di “Presa Diretta” si soffermano sul caso Piscopio con i suoi 300 casi di contagi da Coronavirus è in proporzione il più grande focolaio italiano. Nel piccolo paese della provincia di Vibo Valentia ciò che è mancato è stata l’organizzazione, la mappatura dei contagi e la costante mancanza di personale negli ospedali.

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