Sanità, “incarichi provvisori che durano una vita”. Esposto alla Corte dei conti

Delle circa 40 strutture complesse presenti nell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, il 50 % sono rette da primari provvisori. A Catanzaro, infatti, risultano assenti i direttori di ben 18 strutture: Pediatria, Endocrinologia e Diabetologia, Nefrologia e Dialisi, Laboratorio Analisi, Gastroenterologia, Cardiologia, Medicina generale, Anestesia e Rianimazione, Chirurgia generale, Urologia, Oculistica, Neurochirurgia, Medicina nucleare, Chirurgia vascolare, Oncologia medica, Laboratorio Microbiologia e Virologia, Ostetrica e Ginecologia, Ematologia.  Su questi numeri ma anche sulle pratiche utilizzate per colmare i posti vacanti, si fonda l’esposto del Codacons alla Corte dei Conti.

Secondo l’Associazione si tratterebbe di una situazione illegittima, che si protrae da anni.
Secondo l’Associazione si tratterebbe di una situazione illegittima, che si protrae da anni.
Un vero e proprio abuso – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – da parte dell’Azienda Ospedaliera. Il 4° comma dell’art. 18 del CCNL, prevede che l’incarico di sostituzione di un direttore di struttura complessa, quello che “volgarmente, chiamiamo primario, deve essere conferito per il tempo strettamente necessario per l’espletamento delle procedure concorsuali. Specificando che, comunque, l’incarico “provvisorio” non può essere conferito per un periodo superiore a sei mesi, prorogabili al massimo fino ad un anno.  Dalla documentazione che abbiamo acquisito – prosegue Di Lieto – emerge un massiccio ed indiscriminato ricorso al 4° comma dell’art. 18, che non vorremmo nasconda vecchie logiche clientelari.  Fino a giungere al paradosso di un facente funzioni in carica senza alcun atto di nomina !!!
Una procedure illegittima e, forse, illecita, capace di incidere negativamente non solo sul servizio sanitario ma che rischia di arrecare un danno all’erario.
Da qui le ragioni dell’esposto avanzato dal Codacons alla Corte dei Conti.
Per un verso in capo ai soggetti nominati “Primari provvisori”, si configurerebbe un illegittimo vantaggio non solo in termini economici ma anche di carriera, a discapito dei loro colleghi, con gravi ripercussioni sulle casse pubbliche.
Del resto l’incarico di “facente funzioni” non attribuirebbe l’inquadramento giuridico ed economico di un responsabile di struttura complessa e quindi le prerogative quali, ad esempio, l’esonero dal servizio di guardia e dall’obbligo di rispettare il debito orario di 38 ore settimanali. Cosa che, a Catanzaro, parrebbe avvenga.
Per altro verso, corrispondere le indennità spettanti ai direttori facenti funzioni, a soggetti illegittimamente nominati ovvero che ricoprono tale carica da oltre 12 mesi, comporterebbe una situazione contro legge e, la spesa, configurerebbe un danno erariale.
Inoltre gli incarichi che si protraggono oltre i 12 mesi – prosegue il Codacons – potrebbero configurare l’espletamento di mansioni superiori, con diritto alla corrispondente retribuzione, in ossequio al principio sancito dall’art. 36 della Costituzione. E, quindi, un ulteriore danno erariale.
Altro aspetto sottolineato dal Codacons riguarda i criteri di nomina.
Le scelte dei Dirigenti cui affidare l’incarico provvisorio, dev’essere motivata, per non sconfinare nell’arbitrio.
Caso contrario riteniamo si possa configurare una palese violazione dei canoni di trasparenza ed imparzialità, propri della Pubblica Amministrazione.
In questo senso la Corte Costituzionale ha ribadito il principio che la scelta dei Dirigenti, anche provvisori, deve essere necessariamente ispirata ai canoni dell’imparzialità anche mediante ricorso a giuste procedure comparative di scelta.
Alla luce di quanto sopra il Codacons chiede al commissario ad acta della sanità calabrese Cotticelli, una immediata verifica dei requisiti e delle motivazioni sottese al conferimento degli incarichi nell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” ai Direttore “facenti funzione” e, quindi, individuare e sanzionare ogni possibile abuso.
Nella speranza che il Commissario abbia intenzione di porre fine all’irresponsabile applicazione del comma 4 dell’art. 18 e della produzione di danno erariale che ne consegue – conclude Di Lieto – chiediamo alla magistratura contabile di accertare se dalle condotte poste in essere dall’Azienda sussista un danno all’erario.
Un potenziale disastro, visti i numeri della sanità regionale con evidenti ripercussioni anche sui pazienti.

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