di Nico De Luca –
Risorse economiche destinate ad altro e così all’ ospedale Pugliese-Ciaccio mancano i vetrini per un esame fondamentale ad accertare una sospetta psoriasi ossea.
Risorse economiche destinate ad altro e così all’ ospedale Pugliese-Ciaccio mancano i vetrini per un esame fondamentale ad accertare una sospetta psoriasi ossea.
E’ quanto si è sentita rispondere una paziente catanzarese, D.D. di cinquant’anni, che si era rivolta al ‘De Lellis-Ciaccio’ per gli esami dovuti dopo la richiesta del proprio reumatologo.
Un esame che ora dovrebbe effettuare fuori regione.
LA STORIA
La storia inizia ad aprile quando la donna, con evidenti difficoltà deambulatorie, viene indirizzata al nosocomio regionale dove si può eseguire il “HLA B27-Ag”, l’esame biologico per determinare l’assenza o la presenza dell’antigene sulla superficie dei leucociti, a sostegno della diagnosi di alcune patologie autoimmuni.
L’AOPC di Catanzaro ha un centro di eccellenza, il Laboratorio di tipizzazione HLA accreditato E.F.I. che è diretto dalla dottoressa Elena Focarelli e dove “operano biologi e tecnici di laboratorio che svolgono indagini sia per la diagnosi delle patologie HLA correlate (celiachia, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, uveite, etc) sia per la caratterizzazione dei pazienti candidati a trapianto di midollo osseo e dei loro parenti” (sito www. aocatanzaro.it)
La paziente così effettua i primi esami, ma quando va a ritirarli viene rimandata di 20/30 giorni con motivazioni pretestuose. In quel momento apprende che mancano i vetrini per l’esame strategico, quello appunto HLA B27, in quanto i fondi necessari sono stati utilizzati per altre non meglio precisate esigenze.
Un dramma: per lei, il suo lavoro, la sua famiglia che devono ancora soggiacere al dubbio terribile di una malattia invalidante che ormai si è insinuato nella vita quotidiana come una spada di Damocle.
Ed ora? In attesa di capire meglio cosa succede al Pugliese-Ciaccio la signora vive nel dilemma se attendere che il problema si sblocchi o se spostarsi in un altro centro, con costi maggiori per se, i suoi congiunti e naturalmente anche per la sanità calabrese che su casi del genere ha ‘costruito’ le proprie sfortune.
Alternativa Potenza, 250 chilometri di lontananza. Per lei, che già si muove a fatica, una distanza lunghissima.
E pensare che li vicino, nel verde parco del ‘Ciaccio-De Lellis’, nella sua stessa città, un vetrino (già finanziato) potrebbe darle una diagnosi certa, farle iniziare una terapia appropriata ed evitarle guai peggiori.