Sanità privata, replica a Cgil: “Difficoltà a reperire presidi di protezione”

Le sigle sindacali, rappresentanti della sanità privata (UNEBA Calabria, AIOP Calabria- Territoriale, ANASTE Calabria, AGIDAE Calabria, ARIS Calabria, UNINDUSTRIA Calabria – Sanità, CREA Calabria) rispondono alla diffida inviata a diverse strutture da parte della FP CGIL di Cosenza. Di seguito il testo integrale della missiva.

Preg.mi Signori,

Preg.mi Signori,

in data 14 marzo 2020, tra gli altri destinatari, diverse Strutture – associate alle scriventi Associazioni di categoria – hanno ricevuto una diffida da parte della FP CGIL di Cosenza nella quale “si chiede… di procedere immediatamente al fine di produrre le indispensabili condizioni di tutela di ogni singolo operatore, della collettività e della Salute Pubblica”, evidenziando la carenza di idonei dispositivi di protezione per gli operatori delle strutture sanitarie. Il problema relativo alla necessità di un numero sempre maggiore di presidi di protezione a tutela dei lavoratori e dei pazienti esiste ma è notoria la difficoltà di reperire – in questo particolare momento storico – nuove scorte di materiali. Le scriventi Associazioni, a nome dei Responsabili delle Strutture rappresentate, hanno già da diverso tempo evidenziato la grave difficoltà di reperire questi presidi e sollecitato le Istituzioni (prima ancora che si registrassero casi in Calabria) ad adoperarsi affinchè la Regione non si trovasse impreparata.

Le strutture associate stanno facendo fronte alla situazione con la dotazione che già avevano!

Le scorte stanno terminando per la gravità della situazione e, soprattutto, per l’impossibilità di nuovi approvvigionamenti. E’ di pubblico dominio che tutte le forniture sono state sospese o interrotte per espressa richiesta della Protezione Civile italiana, che ha avocato a se la fornitura di tutte le mascherine. E’ opportuno ricordare che le nostre Strutture ospitano pazienti particolarmente fragili, oltre che per l’età, anche per le patologie che li affliggono, tanto da non consentire loro di essere dimessi, che abbisognano di cure continue e che non sono assistibili presso il proprio domicilio (d’altronde, è questa la motivazione che ha determinato le Aziende Sanitarie a disporne il ricovero ).

In assenza della possibilità di acquistare adeguate forniture di presidi, le Strutture saranno costrette ad utilizzare mascherine di cotone che – anche se prive delle certificazioni – impediscono quantomeno la trasmissione delle goccioline di saliva prodotte durante la fonazione, gli starnuti o la tosse da un soggetto all’altro. Le Strutture – come gli Ospedali – stanno cercando di garantire le prestazioni necessarie, al meglio delle proprie possibilità e grazie anche al senso di responsabilità di tutti gli operatori che svolgono con professionalità il proprio lavoro. Pertanto, con la presente non possiamo che insistere nel richiedere alle Istituzioni regionali di volersi fare parte attiva per il reperimento dei presidi idonei, di voler intervenire direttamente per regolamentare la situazione, dando precise direttive, e indicare le modalità per ottenere le forniture necessarie.

In attesa di cortese riscontro, Distinti saluti.”

Redazione Calabria 7

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