Il consigliere regionale, Alessandro Nicolò, ha trattato il tema del sistema sanitario privato, poco tutelato in termini di pagamenti.
“Il sistema sanitario privato -afferma- cardine portante della tutela della salute in una regione dove il servizio pubblico non è in grado, in ragione delle riduzioni, dei ridimensionamenti di reparti e dell’esubero negli accessi, a fronteggiare la domanda di salute dei cittadini, risulta ormai da tempo stritolato negli ingranaggi perversi dei ritardi nei pagamenti e talvolta nel mancato riconoscimento di crediti su prestazioni giàeseguite con l’aggravio imputabile alle scelte fin qui compiute dai Commissari Ad Acta”.
“Il sistema sanitario privato -afferma- cardine portante della tutela della salute in una regione dove il servizio pubblico non è in grado, in ragione delle riduzioni, dei ridimensionamenti di reparti e dell’esubero negli accessi, a fronteggiare la domanda di salute dei cittadini, risulta ormai da tempo stritolato negli ingranaggi perversi dei ritardi nei pagamenti e talvolta nel mancato riconoscimento di crediti su prestazioni giàeseguite con l’aggravio imputabile alle scelte fin qui compiute dai Commissari Ad Acta”.
“Una situazione -aggiunge- che ha ulteriormente appesantito e pregiudicato l’offerta sanitaria in una realtà che sperava di risalire la china ma che, al contrario, si e’ vista ulteriormente penalizzata – se consideriamo che i calabresi che si rivolgono alle strutture private nell’impossibilità oggettiva del pubblico di dare risposte sono spesso pazienti che presentano patologie rilevanti e che non trovano risposte per l’assenza sul territorio di strutture deputate alle cure riabilitative e di lunga degenza.
Peraltro -continua- le stesse strutture permettono di ridurre il numero dei ricoveri impropri negli ospedali della regione che non riescono a fronteggiare la richiesta di assistenza sanitaria.
Per ragioni di ‘selvaggia’ contabilità, il diritto alla salute risulta leso, senza considerare le difficoltà economiche che stanno affrontando i titolari delle strutture e che finiranno per ricadere sulle spalle anche dei dipendenti che rischiano il posto di lavoro e di tutto l’indotto.
Lo stesso Nicolò poi fa una richiesta: “Pur nella consapevolezza delle difficoltà oggettive che si riscontrano, chiediamo al neo commissario Cotticelli, il quale ha concesso un aumento di budget di 6 milioni e mezzo di euro rispetto alla cifra licenziata da Scura lo scorso anno per i privati accreditati, che in collaborazione con la Regione e con i rappresentanti delle associazioni di categoria, si possano individuare soluzioni concertate e condivise per superare la situazione d’impasse.
In questa direzione -sottolinea il consigliere regionale- va garantito un sistema più lineare che imponga il pagamento delle somme dovute entro e non oltre il sessantesimo giorno dalla data di ricevimento della relativa fatturazione da parte dell’Asp, (preso atto dalla voce delle associazioni di categoria, che l’Asp non paga le prestazioni effettuate a far data dal mese di giugno 2017), ed assicurando la firma dei contratti entro il 31 gennaio di ogni anno affinche’ ogni struttura – una volta raggiunto il budget assegnatole – possa decidere di non accogliere piu’ impegnative e quindi di non lavorare in perdita; serve altresi’ una revisione del concetto di assegnazione dei budget, basato sullo ‘storico’ assegnato, senza considerare la capacita’ produttiva delle singole strutture.
Va azzerata -conclude Nicolò- la proposta dell’allora commissario Scura, (inaccettabile in quanto effettuata a fine anno, e dunque a conclusione del lavoro compiuto e delle relative spese sostenute), di un taglio del 60/70% sul fatturato delle annualita’ 2017 e 2018 ed e’ auspicabile infine, come proposto dalle associazioni di comparto, l’istituzione di una commissione permanente di vigilanza a livello regionale. Si tratta di scelte e passaggi ineludibili per intraprendere un percorso che sia foriero di un nuovo corso per il sistema della salute in Calabria e per la garanzia dei diritti inderogabili dei cittadini”.
Redazione Calabria 7