“Continuano in maniera costante e preoccupante gli intollerabili episodi di aggressione ai danni degli operatori sanitari calabresi. L’ultimo, in ordine di tempo, si è registrato nel reparto di pediatria dell’ospedale di Lamezia Terme e, a prescindere dal suo svolgimento, rappresenta l’emblema più evidente dello stato della disastrata sanità regionale. E’ evidente che dopo anni di tagli, chiusure e mancata programmazione, tutto il settore della sanità soffra di pesanti carenze sia in termini di funzionalità delle strutture che di mezzi e personale adeguato.” Lo afferma il responsabile organizzativo del Pd Calabria, Giovanni Puccio, in merito agli episodi di aggressione ai danni degli operatori sanitari calabresi.
Se a questo quadro si aggiunge che è tutta la sanità territoriale che sta dimostrano gravissimi limiti è facile comprendere che la situazione continuerà a peggiorare se non vi si porrà, al più presto, rimedio. La gestione commissariale in due lustri non è stata capace non diciamo di risolvere ma nemmeno di tamponare i gravi squilibri finanziari in cui si dibattono le diverse Aziende sanitarie, con ciò determinando in maniera chiara un depauperamento di professionalità, reparti, ambulatori e servizi. Lo stesso dicasi per la mancata riorganizzazione funzionale della sanità del territorio provocando direttamente due vittime: i cittadini obbligati a rivolgersi quasi esclusivamente agli ospedali e i sanitari che, sempre in minor numero, si trovano costretti ad operare nella massima emergenza di personale e mezzi.
Se a questo quadro si aggiunge che è tutta la sanità territoriale che sta dimostrano gravissimi limiti è facile comprendere che la situazione continuerà a peggiorare se non vi si porrà, al più presto, rimedio. La gestione commissariale in due lustri non è stata capace non diciamo di risolvere ma nemmeno di tamponare i gravi squilibri finanziari in cui si dibattono le diverse Aziende sanitarie, con ciò determinando in maniera chiara un depauperamento di professionalità, reparti, ambulatori e servizi. Lo stesso dicasi per la mancata riorganizzazione funzionale della sanità del territorio provocando direttamente due vittime: i cittadini obbligati a rivolgersi quasi esclusivamente agli ospedali e i sanitari che, sempre in minor numero, si trovano costretti ad operare nella massima emergenza di personale e mezzi.
E’ fatto oramai incontestabile che i pronto soccorso e i reparti degli ospedali siano diventati una sorta di terminal di tutte le richieste dell’utenza mentre, in un sistema funzionale e virtuoso, dovrebbero essere a disposizione solamente per le situazioni più gravi e delicate. Il ripetersi di episodi di intolleranza e di aggressione devono, comunque, essere valutati per comprenderne a pieno il senso e la portata anche alla luce della difficilissima situazione descritta. L’esasperazione di pazienti e familiari, troppo spesso costretti ad attendere ore prima di poter usufruire di assistenza, sono conseguenza diretta della scarsità di personale e strutture ma in nessun caso possono essere giustificati.
Così come è del tutto sbagliato che proteste e disagi si prosegua a riversarli sugli operatori sanitari quasi per individuarli come i responsabili dei disagi quando, invece, sono a loro volta tra i primi soggetti penalizzati umanamente e professionalmente dall’agire in condizioni quasi impossibili. A questi ultimi dovremmo essere tutti grati per l’abnegazione che continuano a dimostrare nel quotidiano impegno nel dare soluzione alle esigenze degli utenti pur in una condizione in cui, troppo spesso, ai calabresi, per responsabilità di altre e ben individuate istituzioni, viene negato uno dei principali diritti costituzionali.
Redazione Calabria 7