“Sanità, ritardi nei pagamenti in Calabria. Procedura d’infrazione contro l’Italia”

"L’allarme di tutto ciò era già stato lanciato un anno fa dalla sezione della magistratura contabile calabrese"
sanità calabria

“La procedura di infrazione avviata dall’Ue contro l’Italia, la cui causa secondo Bruxelles, è proprio la Calabria per via dei ritardi nei pagamenti nel settore della sanità, è figlia di quel sistema di moneta debito che la stessa commissione europea si avvale anche nel settore sanitario”. Lo afferma, in una nota, Igor Colombo di Exit Calabria. “L’allarme di tutto ciò era già stato lanciato un anno fa dalla sezione della magistratura contabile calabrese la quale denunciava come nonostante l’ingente flusso di risorse economiche messe a disposizione per colmare le differenze strutturali tra le regioni d’Europa la Calabria continuasse a rimanere tra quelle nell’area sottosviluppata. Peccato che quelle somme elargite alla Calabria – ricorda Igor Colombo – fossero come sempre un prestito gravato già di interessi che si ripercuote sull’intero sistema sanitario regionale, con una gestione commissariale ora gestita direttamente dalla politica, ma che non ha migliorato la situazione in essere, dal momento che la nostra Calabria continua ad essere lenta e non al passo con le emergenze. I nostri ospedali continuano ad essere in netta difficoltà, le ambulanze del pronti intervento del 118 troppo poche su vasti territori e per giunta senza medici a bordo”.

“Sanità, a pagare saranno i cittadini”

“Sanità, a pagare saranno i cittadini”

“La gestione dei flussi finanziari in disponibilità della Regione Calabria a fronte di un debito sanitario certificato ufficialmente dallo stesso commissario ad acta , ossia il governatore Roberto Occhiuto, che ammonta a quasi un miliardo di euro, precisamente 863 milioni, consente di evidenziare un netto disallineamento rispetto ad altre regioni del nord ed altre chiaramente nel sistema Europa, e di conseguenza ovvio che ci siano ritardi nei pagamenti che andranno ad essere sempre più prolungati nel tempo. Intanto si tagliano servizi e si ridimensionano ospedali, tutto ciò mentre il governo centrale vuole l’Autonomia differenziata, in un quadro di disarmante e grave condizione. A pagare per questo saranno i cittadini, prigionieri di un sistema sanitario sempre più aziendalizzato in considerazione del quale permangono effettive criticità sui territori e sull’utenza. Pensavamo di essere lontani dai famosi bilanci orali di circa quindici anni fa, la Calabria continua ad avere una non trasparente gestione finanziaria nelle sue aziende sanitarie dove persistono violazioni in materia di contabilità economica coi relativi danni che si ripercuotono sui calabresi, mentre il governo centrale pensa all’Autonomia differenziata e l’Ue che dall’alto del suo potere, ordina agli stessi nostri governanti i tagli da attuare in materia sanitaria, con una Calabria al collasso in questo settore”.

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