Sanità, Spirlì: “I pregiudizi sulla Calabria devono finire”

Il Centro emato-oncologico del Gom di Reggio

“La sanità calabrese è una sanità debole, una sanità ferita, che da quasi trent’anni patisce un dramma suo. Abbiamo avuto vent’anni di saccheggi interni ed esterni e undici anni di commissariamento da parte del governo. Da 11 anni il governo si auto schiaffeggia in Calabria, perché se non è riuscito con tutti i commissari che ha mandato a riorganizzare la sanità calabrese, qualche motivo ci sarà. Il primo dei grandi problemi, che ho sottolineato in una lettera al presidente Draghi e a tutti i ministri competenti, è che i saccheggi ultra ventennali in Calabria hanno portato a una voragine nei bilanci, soprattutto di alcune Asp, quella di Reggio Calabria in primis, di Cosenza a seguire e in parte anche quella di Catanzaro, che non potrà mai essere colmata se non da una misura straordinaria del governo”. È quanto ha affermato il presidente facente funzioni Nino Spirlì, durante un’intervista su SkyTg24.

“La Protezione civile, con tutti i volontari collegati – ha aggiunto poi – sta lavorando fin dal primo momento, poi c’è la Croce Rossa e ci sono varie associazioni anche internazionali. In questo periodo stiamo cercando, come direbbe mia nonna, di fare il pane con la farina che abbiamo. Oggi grazie a Dio, su mia richiesta ma con grande disponibilità del generale Figliuolo e del ministero della Difesa, è arrivato l’Esercito, che dopo aver montato l’ospedale militare a Cosenza, qualche mese fa, sempre su richiesta del presidente della Regione, oggi mi ha mandato altri due ufficiali medici e quattro infermieri militari per aumentare il numero dei vaccinatori nella Piana di Gioia Tauro. Nel nuovo piano preparato dal Commissario ad Acta, abbiamo differenziato anche i punti di vaccinazione.

“La Protezione civile, con tutti i volontari collegati – ha aggiunto poi – sta lavorando fin dal primo momento, poi c’è la Croce Rossa e ci sono varie associazioni anche internazionali. In questo periodo stiamo cercando, come direbbe mia nonna, di fare il pane con la farina che abbiamo. Oggi grazie a Dio, su mia richiesta ma con grande disponibilità del generale Figliuolo e del ministero della Difesa, è arrivato l’Esercito, che dopo aver montato l’ospedale militare a Cosenza, qualche mese fa, sempre su richiesta del presidente della Regione, oggi mi ha mandato altri due ufficiali medici e quattro infermieri militari per aumentare il numero dei vaccinatori nella Piana di Gioia Tauro. Nel nuovo piano preparato dal Commissario ad Acta, abbiamo differenziato anche i punti di vaccinazione.

Ci sono gli ospedali militari, gli hub, che sono delle grandi palestre con 20/30 postazioni che si stanno attivando in questi giorni, e poi ci sono dei centri di vaccinazione distrettuali, per esempio al centro della Piana ce n’è uno che da oggi raddoppierà il numero delle vaccinazioni, quindi passeremo da 500 a 1.000 o 1.100 vaccinazioni al giorno, per una popolazione di 183mila abitanti. La Calabria si sta organizzando. Figliuolo e Curcio – ha concluso Spirlì – ci sono venuti abbondantemente incontro e stiamo organizzando una vaccinazione che deve essere sempre più di massa Forse bisognerebbe aggiustare un po’ anche le categorie da vaccinare perché ritengo che tutte quelle categorie che da un anno sono esposte al contagio forzatamente, tutti i cassieri e gli operatori della grande distribuzione, dei supermercati, i benzinai, tutti coloro i quali comunque sono obbligati a prestare un servizio però ancora non sono vaccinati”.

“I pregiudizi sulla Calabria devono finire”

“Ritengo che questo sparare nel mucchio costante sulla regione Calabria deve anche un po’ finire, è come se la Calabria fosse abitata da due milioni di galeotti”. Ha continuato Spirlì parlando delle polemiche su presunte ‘zone d’ombra’ relative alla gestione delle vaccinazioni. “Qui – ha detto – c’è una regione di galantuomini e di donne che lavorano dalla mattina alla sera, la malerba esiste in questa terra come esiste in tutte le terre del mondo, dal Polo Nord al Polo Sud. Ritengo che questo pregiudizio, io che peraltro con i pregiudizi combatto da quando sono nato, debba veramente finire”.

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