Sanità, Uil Fpl: “Asp di Cosenza abbandonata”

Sanità in Calabria

Secondo la Uil Fpl, “Prima di avviare guerre tra poveri per la spartizione dei servizi sul territorio si dovrebbe pensare che sempre di più i concittadini si rivolgono al di fuori della nostra regione anche per prestazioni semplici, con un consistente aggravio di spese personali e della collettività, per cui, con visione di insieme, si deve intervenire sull’offerta sanitaria per ridare fiducia ai cittadini e sicurezza ai pazienti Noi, UIL FPL, pertanto, invochiamo l’impegno di tutti i comuni, vogliamo una sanità unica per il tirreno cosentino, per la quale tutti gli attori coinvolti siano uniti ed operino in sinergia al fine di migliorare i servizi per la prosperità della popolazione. Invitiamo, quindi, il commissario Cotticelli, il Dipartimento regionale alla Sanità e i Dirigenti Sanitari dello Spoke, a revocare la disposizione unilaterali, ad avviare una seria disamina della situazione, insieme alle organizzazioni sindacali finalizzate ad un’offerta organica ed efficiente dei servizi sanitari su tutto il comprensorio”. Infine, la Uil invita “a sanare le carenze riscontrate per la chiusura del Punto Nascite del presidio di Cetraro, per il quale invochiamo immediata apertura, in quanto indispensabile a tutto il territorio del Tirreno cosentino, che essendo oggi sguarnito di questa offerta sanitaria, tanto nocumento sta creando a tutta la collettività ed in particolare alle future mamme che non hanno un punto sicuro e vicino in cui affrontare il difficile momento del parto”.

La Uil​ Fpl, in una nota, denuncia “lo stato di abbandono in cui versa l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che da circa 9 mesi si ritrova senza una guida manageriale. Tutto – spiega il sindacato – è cominciato con l’atto delle dimissioni del Direttore Generale Dott. Mauro, sostituito da dirigenti interni facenti funzioni, poi le tracce si perdono nei corridoi degli uffici di via Alimena. Ad oggi non siamo a conoscenza di nuove nomine manageriali come prevede il Decreto Calabria, tanto sbandierato da questo governo come la panacea di tutti i mali per la nostra Sanità, e che finora ha solo creato un cortocircuito su tutto il territorio regionale. In questa condizione di confusione, leggiamo dagli organi di stampa, di auto trasferimenti di dirigenti sanitari, come sembra sia accaduto all’ ASP di Cosenza con il dirigente Sanitario dello Spoke di Paola – Cetraro; ma non solo, leggiamo di atti adottati unilateralmente, tra cui, il più recente, quello di spostare le urgenze ed emergenze chirurgiche dal P.O. di Paola al P.O di Cetraro. Non saremo certamente noi – continua ancora la Uil – a stabilire dove e come vanno allocate le UOC a noi spetta dare contributi e vigilare sulle corrette applicazioni dei contratti e delle norme che sono regolamentate dai DCA Commissariali, che troppo spesso vengono sistematicamente calpestate, come ad esempio il DCA 64. Ci saremmo aspettati che con un vero atto di coraggio si aprisse il confronto con il Sindacato per giungere all’immediata riapertura del punto nascita di Cetraro per come richiesto a gran voce da tutte le parti sindacali che si sono viste costrette ad un esposto alla procura della Repubblica. Ci troviamo invece – scrive il sindacato – davanti a un atto di cui non si comprende l’urgenza ma che sicuramente mortifica, ingiustamente, il lavoro svolto con abnegazione e grande professionalità dal personale che ha garantito con scarse risorse le urgenze ed emergenze che si sono verificate su tutto il tirreno cosentino, in un periodo difficile quale quello estivo.

La Uil​ Fpl, in una nota, denuncia “lo stato di abbandono in cui versa l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che da circa 9 mesi si ritrova senza una guida manageriale. Tutto – spiega il sindacato – è cominciato con l’atto delle dimissioni del Direttore Generale Dott. Mauro, sostituito da dirigenti interni facenti funzioni, poi le tracce si perdono nei corridoi degli uffici di via Alimena. Ad oggi non siamo a conoscenza di nuove nomine manageriali come prevede il Decreto Calabria, tanto sbandierato da questo governo come la panacea di tutti i mali per la nostra Sanità, e che finora ha solo creato un cortocircuito su tutto il territorio regionale. In questa condizione di confusione, leggiamo dagli organi di stampa, di auto trasferimenti di dirigenti sanitari, come sembra sia accaduto all’ ASP di Cosenza con il dirigente Sanitario dello Spoke di Paola – Cetraro; ma non solo, leggiamo di atti adottati unilateralmente, tra cui, il più recente, quello di spostare le urgenze ed emergenze chirurgiche dal P.O. di Paola al P.O di Cetraro. Non saremo certamente noi – continua ancora la Uil – a stabilire dove e come vanno allocate le UOC a noi spetta dare contributi e vigilare sulle corrette applicazioni dei contratti e delle norme che sono regolamentate dai DCA Commissariali, che troppo spesso vengono sistematicamente calpestate, come ad esempio il DCA 64. Ci saremmo aspettati che con un vero atto di coraggio si aprisse il confronto con il Sindacato per giungere all’immediata riapertura del punto nascita di Cetraro per come richiesto a gran voce da tutte le parti sindacali che si sono viste costrette ad un esposto alla procura della Repubblica. Ci troviamo invece – scrive il sindacato – davanti a un atto di cui non si comprende l’urgenza ma che sicuramente mortifica, ingiustamente, il lavoro svolto con abnegazione e grande professionalità dal personale che ha garantito con scarse risorse le urgenze ed emergenze che si sono verificate su tutto il tirreno cosentino, in un periodo difficile quale quello estivo.

Questa organizzazione sindacale – si precisa – non vuole entrare nei tecnicismi, perché ci sono le figure e le strutture preposte per disegnare la distribuzione dell’offerta sanitaria sul territorio regionale, attraverso una attenta analisi dei bisogni di salute. Sfortunatamente, però, dobbiamo evidenziare che non si mettono in atto gli strumenti necessari per riorganizzare la sanità in un’ottica di efficientamento dei servizi ma in ottica di campanile che innesca odio tra i lavoratori e alimenta eccessive rivalità territoriali trascinando tutto il territorio nelle guerre tra comuni che pensavamo relegate nel medio evo”.

Redazione Calabria 7

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