La vertenza Sant’Anna hospital ha vissuto nelle ultime ore momenti solo apparentemente contrastanti. Da una parte il piano amministrativo: il Tar della Calabria ha accolto il ricorso presentato da Villa S.Anna spa sospendendo il provvedimento dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro emesso alla vigilia di Natale e che ha costretto la struttura ad interrompere le prestazioni per il Servizio Sanitario Regionale; dall’altra il piano giudiziario, con la Procura di Catanzaro che ha chiuso, in tempi record, le indagini dell’inchiesta Cuore Matto, sulle presunte irregolarità commesse all’interno della clinica nei confronti di 4 indagati. In mezzo, la spada di damocle dell’accreditamento da parte della Regione Calabria ma anche della stessa Asp di Catanzaro che aveva espresso parere favorevole ponendo tuttavia come condizione imprescindibile la riattivazione del reparto Utic. Lo stesso reparto finito al centro dell’inchiesta “Cuore Matto” relativamente a una serie di presunti falsi ricoveri tra il 2013 e il 2019 al fine di percepire rimborsi dal servizio sanitario regionale per una somma pari a 10,5 milioni di euro. Se da parte del management aziendale e degli stessi lavoratori c’è fiducia rispetto al lavoro portato avanti per superare i rilievi mossi dall’ Asp e dell’organismo tecnico di valutazione, la partita che tiene col fiato sospeso circa 300 lavoratori non può dirsi conclusa e l’ultima parola spetta al commissario ad acta per il Piano di rientro, Guido Longo. Nei giorni scorsi gli ambulatori che erano stati chiusi durante lo svolgimento dei lavori tesi a superare le criticità, sono stati riattivati.
Il management aziendale, inoltre, ha depositato una corposa documentazione al dipartimento regionale Tutela della Salute che attesta quanto realizzato in queste settimane ma i nodi da sciogliere restano il certificato unico di agibilità (il management aziendale assicura che sia in dirittura di arrivo) e la riattivazione dell’Unità di Terapia intensiva cardiologica. (bru. mir.)
Il management aziendale, inoltre, ha depositato una corposa documentazione al dipartimento regionale Tutela della Salute che attesta quanto realizzato in queste settimane ma i nodi da sciogliere restano il certificato unico di agibilità (il management aziendale assicura che sia in dirittura di arrivo) e la riattivazione dell’Unità di Terapia intensiva cardiologica. (bru. mir.)
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