“È un fallimento per tutti e per il quale chi rappresenta le istituzioni a tutti i livelli, anche se non ha responsabilità diretta, ha il dovere di chiedere scusa ai nostri bambini. Scusateci!”. Lo scrive su Facebook Renzo Russo, sindaco del Comune di Saracena, nel Cosentino, il quale ha disposto la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 15 gennaio.
“I dati ufficiali non sono quelli reali”
“I dati ufficiali non sono quelli reali”
“Purtroppo – scrive il primo cittadino -, i dati ufficiali sulla situazione locale non sono quelli reali. Non si è in grado di tenere in isolamento i positivi perché non arrivano le disposizioni di isolamento da parte dell’Asp. In paese, ad esempio, abbiamo più del doppio di soggetti positivi effettivi rispetto a quelli ufficiali. Di fatto non esistono più i contatti stretti di positivi, nonostante la norma li preveda, i quali possono liberamente circolare e far circolare il virus”.
“Regole non attuabili”
Russo aggiunge precisando che “le regole previste per il tracciamento nella scuola sono attualmente non attuabili nel nostro territorio dove, ad esempio, per fare un tampone molecolare per confermare una positività ci vogliono circa 15 gg e per sapere il risultato, se va bene, altri 5. Per non parlare dello sblocco delle quarantene nelle scuole che può avvenire anche dopo 18 gg senza che ci si è contagiati”.
“C’è mancanza di organizzazione”
Il sindaco di Saracena conclude: “Non mi interessa sapere se al Governo ci siano i migliori o i peggiori. La realtà è che oggi, dopo 2 anni di pandemia, un sindaco, che ha sempre resistito a qualsiasi richiesta di chiusura delle scuole proveniente da più parti, è costretto a sospendere le attività didattiche in presenza per mancanza di organizzazione nel fronteggiare l’emergenza”.