Sbranata da un branco di cani a Satriano, Enpa: “Politica ha responsabilità morale”

"Siano individuati i responsabili di quella tragedia, gli amministratori regionali e locali che non hanno mai applicato correttamente una legge che esiste da trent’anni"
cani satriano

“Sulla tragedia che si è consumata a Satriano, l’unica persona che non ha diritto di parola è il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, che invece dimenticando le responsabilità sue e dei suoi precedessori in materia di prevenzione del randagismo e di sanità veterinaria, oggi si dichiara sgomento”. Lo ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa, commentando la tragica morte della giovane Simona Cavallaro, aggredita da un branco di cani randagi a Satriano. “Ai familiari e agli amici di Simona – aggiunge Rocchi – va la nostra partecipazione al dolore che li ha colpiti, così come va il nostro abbraccio alla comunità di Soverato. Siamo distrutti e indignati perché queste tragedie non devono succedere ed è possibile evitarle con la prevenzione”.

“La magistratura deve individuare i responsabili”

“La magistratura deve individuare i responsabili”

Per l’Enpa, la Regione Calabria è colpevolmente inadempiente da anni sul tema della prevenzione del randagismo. “La sanità regionale è commissariata – dichiara la presidente dell’Enpa – il commissariamento è stato un atto necessario ma evidenzia anni e anni di cattiva gestione, di sottovalutazioni, di inadeguatezza, di omissioni. Su una cosa sono d’accordo con Spirlì: la magistratura deve individuare i responsabili. Ma siano individuati – prosegue – anche i responsabili morali di quella tragedia, quegli amministratori regionali e locali che non hanno mai applicato correttamente una legge che esiste da trent’anni e che, se applicata come avviene in molte altre Regioni italiane, probabilmente l’aberrazione di avere libero un branco di una decina di cani inselvatichiti non ci sarebbe stata. E invece è successo.

Mi auguro che il presidente facente funzioni della Regione sia ascoltato dalla magistratura immediatamente, oggi stesso, visto che ha anche la delega alla tutela della salute e alle politiche sanitarie; dia conto di cosa ha fatto la Regione per controllare il randagismo, spieghi perché la Calabria è interessata da un randagismo senza controllo. Sono loro – conclude – sono tutti gli amministratori che hanno omesso di fare prevenzione negli anni, ad avere sulla coscienza questa tragica morte”.

Lav: “Serve politica di controllo del randagismo”

“Leggere di questa tragedia ci ha profondamente addolorati ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia della ragazza”. Lo dice Ilaria Innocenti, responsabile della LAV Area Animali Familiari, commentando la notizia della ventenne sbranata ieri da un branco di cani durante un’escursione nella zona delle Serre calabresi, a Satriano. “La drammatica vicenda – dice – sottolinea anche la necessità di prevenire accadimenti del genere con una politica di controllo del fenomeno del randagismo finora molto lacunosa in Calabria. E’ urgente intervenire in questa regione con un’attività sistematica di censimento, microchippatura, sterilizzazione dei cani randagi, nonché di corretta detenzione e controllo di quelli di proprietà specie se utilizzati per la guardia a greggi o altre attività”.

La Lav da qualche anno, spiega, “pubblica regolarmente un dossier sul randagismo con i dati forniti dalle Regioni, e la Calabria da tempo non trasmette questi dati, alla nostra Associazione ma neanche al Ministero della Salute. Eppure, la situazione randagismo in Calabria – continua – è grave e va affrontata con urgenza e in maniera programmata. Auspichiamo – conclude – che quanto accaduto possa dar luogo ad un rapido cambiamento di rotta e offriamo la nostra disponibilità alla partecipazione ad un tavolo tecnico con le istituzioni. In autunno in Calabria si svolgeranno le elezioni regionali e la nuova Amministrazione dovrà assolutamente porre il randagismo tra le priorità di intervento”.

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