Omicidio colposo. E’ quanto la Procura della Repubblica di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri contesta a un pastore di 45 anni di Satriano, titolare di un’azienda di zootecnica di allevamento di ovini e caprini. I militari della Compagnia dei Carabinieri di Soverato gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro. Si tratta dell’inchiesta che punta a fare luce sulla morte di Simona Cavallaro, la 20enne di Soverato che nell’agosto dello scorso anno venne sbranata da un branco di cani posti a protestazione di un gregge mentre si trovava in un’area attrezzata per il pic-nic in località Monte Fiorino di Satriano.
La tragedia ricostruita dai carabinieri
La tragedia ricostruita dai carabinieri
Quel pomeriggio, nella pineta di Satriano, la ragazza si era recata per organizzare un pic-nic, quando ha incontrato un gregge di capre e pecore protetto da dodici cani, che l’hanno aggredita, cagionando la sua morte per lo “shock emorragico dovuto alle lesioni multiple patite e depezzamento con lacerazione degli arti inferiori, del capo e delle pelvi”. La morte della giovane è avvenuta alla presenza di un suo amico, che da subito aveva trovato riparo all’interno di una struttura in legno (una chiesetta) ubicata nelle vicinanze, riuscendo così a salvarsi. La consulenza autoptica ha infatti attestato che le lesioni e le lacerazioni di più parti del corpo della vittima erano inconfutabilmente “riconducibili ad un attacco multiplo da parte di animali di specie canina” e gli accertamenti di laboratorio esperiti dal Ris Carabinieri di Messina sulle “ciocche” di peli prelevate dagli esemplari catturati hanno permesso di appurare la presenza di sostanza ematica relativa ad profilo genotipico di sesso femminile perfettamente sovrapponibile a quello della giovane aggredita.
Le accuse al pastore
L’ipotesi accusatoria, che si fonda sugli esiti della complessa ed articolata indagine condotta dal Nor Sezione Operativa della Compagnia di Soverato congiuntamente con la Stazione di Satriano, è che l’allevatore, titolare del gregge di capre e pecore e del branco di cani: abbia introdotto e fatto pascolare abusivamente il gregge all’interno dell’area attrezzata per pic-nic di località Monte Fiorino di Satriano dal 24 agosto 2021; abbia arbitrariamente invaso quel terreno di proprietà del Comune di Satriano, destinandolo a pascolo, ove peraltro veniva utilizzata una struttura abusiva ivi sussistente, per porre al riparo il gregge ed i cani; abbia lasciato pascolare in sua assenza il proprio gregge di capre e pecore con al seguito un branco di cani ed abbia omesso di vigilare sul comportamento dei cani deputati alla protezione degli ovini e caprini e di richiamarli nel momento in cui gli stessi avevano iniziato a mostrarsi aggressivi con la ragazza, non essendo presente insieme a loro e al suo gregge al pascolo “serbando una condotta gravemente imprudente, negligente ed imperita e manifestando totale disinteresse per le basilari norme comportamentali nello svolgimento della propria attività di allevatore oltre che per l’altrui incolumità”. Tra le contestazioni elevate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro figurano infatti anche i reati di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo.