Sbranata da un branco di cani nel Catanzarese, rischiano il processo il pastore e una donna

Omicidio, introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui, pascolo abusivo, invasione di terreni ed edifici le ipotesi di accusa contestate

di Gabriella Passariello- Omicidio, introduzione, o abbandono di animali nel fondo altrui, pascolo abusivo, invasione di terreni ed edifici. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Irene Crea ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti del pastore, Pietro Rossomanno, 46enne, residente a Satriano e accusato del brutale assassinio della ventenne Simona Cavallaro, sbranata da un branco di cani, in località Monte Fiorino, nel Comune di Satriano nel Catanzarese, il 26 agosto dell’anno scorso.

Le urla di aiuto, i soccorsi e la scena straziante

Le urla di aiuto, i soccorsi e la scena straziante

Simona, quel maledetto giorno, con un suo amico va nella pineta di  Monte Fiorino, una sorta di sopralluogo dell’area pic-nic attrezzata, per organizzare un’uscita con gli amici la domenica successiva. Mentre i giovani perlustrano la zona, arriva un gregge accompagnato da alcuni cani, i quali si mostrano docili e tranquilli, al punto che l’amico registra un video di Simona insieme agli animali, suggerendo di attendere il passaggio del gregge all’interno di una struttura, simile ad una chiesa in legno dove si reca con Simona. Lei poco dopo decide di uscire. Entrambi, fischiano e urlano, tentando invano di richiamare l’attenzione del pastore, pensando fosse nelle vicinanze. Poco dopo un cane inizia ad abbaiare contro Simona, provocando l’arrivo di altri animali, che divenuti aggressivi accerchiano la ragazza, costringendola a fuggire in direzione opposta al rifugio. Il suo amico la perde di vista, sente solo le urla di aiuto, chiama le Forze dell’ordine, contatta i soccorsi e subito dopo allerta la madre di Simona e un’altra persona. Dopo circa un’ora l’arrivo dei carabinieri che trovano all’interno della chiesetta l’amico della ventenne e i militari iniziano a difendersi dai cani inferociti presenti in zona, al punto da dover sparare un colpo di pistola per allontanarli. Subito dopo iniziano le ricerche della ragazza, il cui corpo viene ritrovato dilaniato, ormai esanime tra gli alberi, morta “per lo “shock emorragico dovuto alle lesioni multiple patite e depezzamento con lacerazione degli arti inferiori, del capo e delle pelvi”.

L’esito dell’autopsia

La consulenza autoptica ha infatti  poi attestato che le lesioni e le lacerazioni di più parti del corpo della vittima erano inconfutabilmente “riconducibili ad un attacco multiplo da parte di animali di specie canina” e gli accertamenti di laboratorio esperiti dal Ris Carabinieri di Messina sulle “ciocche” di peli prelevate dagli esemplari catturati hanno permesso di appurare la presenza di sostanza ematica relativa ad profilo genotipico di sesso femminile perfettamente sovrapponibile a quello della giovane aggredita. I carabinieri si trovano nuovamente accerchiati dal branco e il comandante della Polizia locale spara tre colpi di pistola per farli andar via ed evitare ulteriori ferimenti. Verso le 18, durante le operazioni di recupero della salma nella pineta, arriva Rossomanno e riferisce di essersi recato sul posto con il preciso scopo di radunare il gregge per riportarli nella sua azienda agricola.

L’ovile abusivo

Gli investigatori vanno all’ovile ubicato a circa 150 metri dal luogo del ritrovamento del corpo senza vita di Simona, appurando la presenza di 13 pastori maremmano seduti a guardia del gregge di proprietà del pastore. Alcuni cani presentano macchie di sangue in corrispondenza della testa e del collo. Gli ulteriori accertamenti hanno consentito di stabilire che l’ovile era abusivo, realizzato in muratura e che non era stato eseguito l’ordine di demolizione emesso dal Comune di Satriano.

Anche una donna coinvolta nell’inchiesta

La Procura ha chiesto il processo anche per Maria Procopio, 68, residente a Satriano. La donna in concorso con Rossomanno avrebbe invaso per occuparlo il terreno in località San Nicola , destinato a pascolo di proprietà del Comune di Satriano , dove è stato trovato un ovile utilizzato per porre al riparo il gregge. Il gup Antonella De Simone ha fissato l’udienza preliminare per il 27 settembre e gli avvocati difensori Vincenzo Cicino e Andrea Silipo tenteranno di smontare le ipotesi accusatorie.

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