Associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, commercio di droga e detenzione di arma da fuoco. Sono le principali ipotesi d’accusa contestate a vario titolo ai ventuno indagati finiti al centro dell’inchiesta “Molo 13” sfociata all’alba di oggi nel blitz della Guardia di finanza tra Calabria e Toscana e, più precisamente, tra Guardavalle e Livorno. Un’inchiesta coordinata delle Procure distrettuali antimafia di Catanzaro e Firenze che ha smantellato un vero e proprio cartello dedito al narcotraffico con base operativa sul versante jonico catanzarese, il regno dei Gallace di Guardavalle, una delle più potenti e ricche famiglie di ‘ndrangheta dell’area centrale della Calabria. Nel troncone dell’inchiesta della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri sono complessivamente ventuno gli indagati e, tra questi, venti i cautelati , di cui 19 in carcere e uno ai domiciliari, destinatari di un’ordinanza di misura cautelare vergata dal gip distrettuale Gabriella Logozzo.
Associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, commercio di droga e detenzione di arma da fuoco. Sono le principali ipotesi d’accusa contestate a vario titolo ai ventuno indagati finiti al centro dell’inchiesta “Molo 13” sfociata all’alba di oggi nel blitz della Guardia di finanza tra Calabria e Toscana e, più precisamente, tra Guardavalle e Livorno. Un’inchiesta coordinata delle Procure distrettuali antimafia di Catanzaro e Firenze che ha smantellato un vero e proprio cartello dedito al narcotraffico con base operativa sul versante jonico catanzarese, il regno dei Gallace di Guardavalle, una delle più potenti e ricche famiglie di ‘ndrangheta dell’area centrale della Calabria. Nel troncone dell’inchiesta della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri sono complessivamente ventuno gli indagati e, tra questi, venti i cautelati , di cui 19 in carcere e uno ai domiciliari, destinatari di un’ordinanza di misura cautelare vergata dal gip distrettuale Gabriella Logozzo.
I nomi degli indagati
Nell’ordinanza firmata dal gip distrettuale di Catanzaro Gabriella Logozzo risultano indagati Agazio Andreacchio, 44 anni di Guardavalle; Giuseppe Bava, 44 anni di Guardavalle; Nicola Chiefari, 48 anni di Guardavalle; Leonardo Ferro, 36 anni di Reggio Calabria; Emanuele Fonti, 61 anni di Messina; Angelo Gagliardi, 26 anni di Soverato; Francesco Galati, 44 anni di Catanzaro; Bruno Gallace, 49 anni di Guardavalle; Cosimo Damiano Gallace, 60 anni di Guardavalle; Nicola Guido, 35 anni di Catanzaro; Domenico Marino, 31 anni di Soverato; Mario Palamara, 52 anni di Melito Porto Salvo; Benito Andrea Riitano, 28 anni di Soverato; Francesco Riitano, 41 anni di Guardavalle; Paolo Riitano, 45 anni di Catanzaro; Agazio Andrea Samà, 47 anni di Guardavalle; Gianluca Tassone, 42 anni di Vibo Valentia; Francesco Taverniti, 47 anni di Guardavalle; Domenico Vitale, 52 anni di Guardavalle; Domenico Vitale, 45 anni di Guardavalle, Giuseppe Vitale, 44 anni di Catanzaro.
Chi va in carcere e chi ai domiciliari
La custodia cautelare in carcere è stata disposta nei confronti di Agazio Andreacchio, Giuseppe Bava, Nicola Chiefari, Leonardo Ferro, Emanuele Fonti, Angelo Gagliardi, Francesco Galati, Bruno Gallace, Cosimo Damiano Gallace, Nicola Guido, Mario Palamara, Benito Andrea Riitano, Francesco Riitano, Paolo Riitano, Agazio Andrea Samà, Francesco Taverniti, dei due Domenico Vitale e di Giuseppe Vitale. Ai domiciliari invece il vibonese Gianluca Tassone. (g.p.)
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