di Gabriella Passariello- Associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi e munizioni, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio sotto il coordinamento del procuratore capo Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 54 indagati, coinvolti nell’operazione Golgota contro le famiglie di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro, blitz che il 10 febbraio scorso ha portato all’esecuzione di 36 misure cautelari in carcere.
Da Tifisone a Golgota
Da Tifisone a Golgota
L’indagine ha unito le risultanze investigative di due distinti filoni che poi, nel corso del tempo, si sono intrecciati consentendo di far luce su un ampio spaccato criminale nel territorio della provincia crotonese. In particolare, l’attività investigativa su Isola Capo Rizzuto ha rappresentato una prosecuzione dell’operazione “Tisifone” scattata il 20 dicembre del 2018 su disposizione della Procura Distrettuale di Catanzaro nei confronti di 23 indagati facenti parte delle famiglie di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia-Manfredi-Capicchiano. Un’inchiesta che aveva scongiurato la ripresa di una nuova guerra di mafia, e che ha consentito di fare luce sulle successive dinamiche criminali operanti sul territorio di Isola Capo Rizzuto, sulle propaggini della cosca al nord Italia mediante l’infiltrazione in imprese delle quali acquisivano la gestione imponendo la loro protezione e sui rapporti che le famiglie isolitane mantengono con altre famiglie di ‘ndrangheta del Crotonese: i Megna di Papanice e la famiglia Mannolo di San Leonardo di Cutro. Proprio con quest’ultimi sono emersi gli intrecci con un’altra indagine relativa a un fiorente traffico di sostanza stupefacente il cui epicentro era proprio il territorio di San Leonardo che riforniva l’intera provincia, compresa Isola Capo Rizzuto, di ingenti quantitativi di droga.
Cocaina e armi
Le intercettazioni hanno, inoltre, permesso di accertare come la famiglia Mannolo avesse stretti collegamenti a Crotone e Isola nella fornitura di cocaina e marijuana, rivelando l’operatività di diverse associazioni, in grado di muovere decine di chili di sostanze per tutta la Penisola. L’inchiesta ha fornito un vero e proprio spaccato di “storia criminale” della provincia degli ultimi anni corredata da alleanze, rivalità e cambi di strategie, evidenziando la capacità degli indagati di acquisire informazioni sulle indagini in corso e sulle operazioni in procinto di essere eseguite, infliggendo un duro colpo all’ala militare della cosca Arena-Nicoscia, che avrebbe avuto la disponibilità di numerose armi.
I nomi di tutti gli indagati
Si tratta di Nicola Arena, 39 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Salvatore Arena, 41 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Antonio Astorino, 47 anni, residente Motta Visconti (MI); Carmine Astorino, 49 anni, residente Motta Visconti (MI); Valerio Carpino, 27 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Marco Cenerini, 35 anni, di Crotone; Gerolamo Ferrini, 60 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Giuseppe Gerardi, 34 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Alessandro Giardino, 23 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Alfonsina Giardino, 43 anni, di Isola Capo Rizzuto; Giovanni Greco, 38 anni, di Catanzaro; Laura Guarino, 51 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Raffaele Gualtieri, 29 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Mirko Iannone, 37 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Danilo Loscavo, 42 anni, residente a Simeri Crichi; Giuseppe Macchione, 56 anni, di Crotone; Maria Pia Macrì, 43 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Francesco Macrillò, 28 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Fiore Macrillò, 35 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Mancuso, 39 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Antonio Manfredi, 22 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Fabio Mannolo, 35 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Francesco Mannolo, 28 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Giuliano Mannolo, 48 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Ivan Mannolo, 34 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Rocco Mannolo, 45 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Salvatore Martino, 29 anni, residente a Cutro; Tommaso Mercurio, 56 anni, residente a Crotone; Lucia Mirielli, 48 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Angela Nicastro, 32 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Antonio Nicoscia, 34 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Giacomo Pacenza, 53 anni, residente a Parma; Santo Claudio Papaleo, 33 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Leonardo Passalacqua, 47 anni, di Crotone; Nicola Perri, 67 anni, di Isola Capo Rizzuto; Fabio Procopio, 37 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Pullano, 36 anni, di Isola Capo Rizzuto; Emanuel Ribecco, 25 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Natale Ribecco, 54 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Domenico Riillo, 35 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Francesco Riillo, 32 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Mirko Scarpino, 33 anni, residente a San Leonardo di Cutro; Antonio Scerbo, 44 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Ida Maria Scerbo, 63 anni, di Isola Capo Rizzuto; Antonio Sestito, 43 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Ivan Stramandinoli, 26 anni, di Crotone; Martino Tarasi, 33 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Timpa, 23 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Luca Vallone, 22 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Antonio Vasapollo, 35 anni, residente a Isola Capo Rizzuto; Santo Vittimberga, 50 anni, di Isola Capo Rizzuto; Marco Ignazio Zedda, 46 anni, di Isola Capo Rizzuto; Rocco Marchio, 28 anni, di Crotone; Kisra Otmane, 37 anni (Marocco).
Il collegio difensivo
La parola passa al gup che una volta fissata l’udienza preliminare deciderà se accogliere la richiesta della procura di mandare a processo gli imputati (assistiti dai legali Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Anna Torchia, Luigi Villirilli, Gregorio Viscomi, Anna Marziano, Francesca Buonopane, Giuseppe Gervasi, Giuseppe Napoli, luigi Falcone, Fabrizio Salviati, Fausto Bruzzese, Valentino Antonio Sacco), salvo che nei termini di legge non decidano di optare per il rito abbreviato