di Mimmo Famularo – Crolla sotto una raffica di assoluzioni il processo nato dalle operazione antidroga “Decollo Ter” e “Decollo Money”. Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha infatti condannato due dei venticinque imputati che hanno optato per il rito ordinario. Un clamoroso flop visto che nello scorso mese di febbraio il pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Annamaria Frustaci, aveva chiesto oltre due secoli di carcere (20 condanne, quattro assoluzioni e tre prescrizioni). In primo grado i giudici vibonesi hanno condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione l’ex direttore del Credito Sammarinese Walter Vendemini (la pubblica accusa aveva richiesto una pena a 4 anni di reclusione) e il vibonese Giorgio Galiano, genero del defunto broker della droga Vincenzo Barbieri, assassinato a San Calogero nel marzo del 2011 (il pm aveva chiesto 6 anni). Entrambi gli imputati sono stati interdetti dai pubblici uffici per i prossimi cinque anni e per tutte e due è stata esclusa l’aggravante mafiosa.
Le assoluzioni
Le assoluzioni
Il processo si è chiuso in primo grado dopo sette anni di udienze. Assolti per non aver commesso il fatto i presunti narcos colombiani Ernesto e Giovanny Castillo Rico (il pm aveva chiesto rispettivamente 20 e 19 anni reclusione) e con loro anche il sudafricano Nestor Amazou (la pubblica accusa aveva invocato 12 anni) e ancora Osorio Perez, Maurizio Roa Vallarino, Santiago Martinez Carmona, Sandro Leone Spadei Martinez, Renato Marcel Spadei Martinez, la fiorentina Monica Serafini, il calabrese di Bovalino Sebastiano Signati, la figlia di Vincenzo Barbieri, Maria Pia, Giuseppe Barbieri, Luca Raffaello Bressi, Giuseppe Ceravolo, il commercialista di Nicotera Domenico Lubiana (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano, Giuseppe Mussari e Franco Stilo, quest’ultimo del foro di Treviso); il legale vibonese Salvatore Lubiana, Domenico Macrì, Massimiliano Sensi, Barbara Gabba, Giuseppe Mercuri. Assolti perché il fatto non costituisce reato l’ex presidente del Credito Sammarinese Lucio Amato, i dirigenti del Credito Sammarinese Sandro Sapignoli e Luigi Passeri, accusati dalla Dda di Catanzaro di concorso in riciclaggio con Vincenzo Barbieri.
Operazione “Decollo Ter-Money”
Il processo è nato dall’unione di due inchieste, “Decollo Ter” e “Decollo Money”. A gennaio 2011 con l’operazione denominata “Decollo ter” gli inquirenti ipotizzavano l’esistenza di un traffico internazionale di cocaina tra Venezuela, Spagna, Colombia. Destinazione finale la Calabria. Nel successivo mese di luglio, erano avvenuti gli arresti dell’inchiesta “Decollo Money” ad opera dei carabinieri del Ros coordinati dalla Procura antimafia di Catanzaro con l’ipotesi che esponenti ritenuti vicini al clan Mancuso di Limbadi avessero puntato ad acquistare il Credito sammarinese (che navigava finanziariamente in pessime acque) attraverso versamenti di denaro provenienti dal narcotraffico. L’obiettivo finale, secondo la prospettazione accusatoria, era dunque quello di acquisire tutte le quote dell’istituto di credito con il riciclaggio dei proventi del narcotraffico con la conseguenza diretta che, con il passare degli anni, la banca sarebbe finita praticamente nelle mani della ‘ndrangheta vibonese. Un’inchiesta che – alla luce del verdetto emesso dal Tribunale di Vibo Valentia – a dispetto del nome non è decollata e ha fatto un clamoroso flop. Almeno in primo grado.
Il collegio difensivo
Nel collegio difensivo erano impegnati, tra gli altri, gli avvocati Sergio Rotundo, Nicola Cantafora, Aldo Casalinuovo, Gregorio Viscomi, Domenico Ceravolo, Vitaliano Leone, Antonio Ingrosso, Giovanni Lacaria, Massimo Scuteri.