Scattano le preaperture della caccia, la dura denuncia del Wwf

calendario venatorio 2022-2023

Scattano domani in diverse regioni italiane le preaperture della stagione di caccia, le doppiette tornano a sparare. Anche quest’anno molte regioni italiane stanno approvando “pessimi calendari venatori ed altri provvedimenti riguardanti l’attività venatoria. Ancora una volta la tutela della fauna selvatica, per un numero di regioni ancora troppo elevato, al centro e al sud, appare l’ultima delle preoccupazioni”. Lo denuncia il Wwf, sottolineando in una nota che esistono ormai da decenni limiti e regole dettate dalla Unione Europea, dalle convenzioni internazionali e dalle norme italiane, sulla base di rigorosi dati ed evidenze scientifiche, entro cui la caccia possa ritenersi lecita (“sebbene rimanga in ogni caso eticamente esecrabile”). Rispetto a tali regole, “molte nostre regioni scelgono tuttavia, in maniera illegittima, di rimanere impermeabili. È rimasto inascoltato anche il richiamo del ministero dell’Ambiente che a luglio ha chiesto di sospendere, almeno per questa stagione venatoria, la caccia a Moriglione e Pavoncella, specie globalmente minacciate e per le quali la Commissione europea ha invitato tutti gli Stati membri ad agire per una protezione integrale”.

Per il Wwf, ciliegina sulla torta (“purtroppo amara” per gli animali selvatici e per la natura) sono le cosiddette “preaperture”, ovvero l’anticipo dell’avvio della stagione di caccia ai primi giorni di settembre, invece della terza domenica di settembre come stabilisce la legge nazionale 157/1992 sulla tutela della fauna selvatica e le attività di caccia, preapèerture che quest’anno inizieranno appunto domani 1 settembre. “È opportuno precisare che la legge consente una deroga solamente in casi rigorosamente delimitati e certificati da ISPRA. Come spesso accade in Italia le eccezioni si trasformano in abitudini- dice il Wwf – Molti cacciatori italiani ritengono addirittura che sia un loro “diritto” cacciare anche ai primi di settembre, uccidendo animali che, proprio alla fine dell’estate, si trovano in condizioni particolarmente delicate e vulnerabili: piccoli ancora immaturi, le specie migratrici che devono prepararsi ai lunghi voli di ritorno verso i luoghi di svernamento, la scarsità di acqua e cibo a causa delle siccità estive, degli incendi e molte specie che stanno ancora nidificando. In più anche gli animali non cacciabili che, sperabilmente, non vengono uccisi subiscono un grave disturbo arrecato dai cacciatori, dai loro fucili e cani”. Viene quindi ricordato che proprio per questo l’Unione europea non consente la caccia in questi periodi dell’anno e per questi motivi anche quest’anno gli “avvocati del Panda“ hanno avviato diversi ricorsi, due dei quali hanno già avuto esito positivo: il 27 ed il 28 agosto i Tribunali amministrativi di Abruzzo e Marche, con un decreto cautelare “urgente”, hanno bloccato le preaperture, ritenendo che nel bilanciamento dei diversi interessi, appare prevalente l’interesse pubblico generale alla conservazione della fauna selvatica per cui deve disporsi la sospensione interinale degli atti impugnati.

Per il Wwf, ciliegina sulla torta (“purtroppo amara” per gli animali selvatici e per la natura) sono le cosiddette “preaperture”, ovvero l’anticipo dell’avvio della stagione di caccia ai primi giorni di settembre, invece della terza domenica di settembre come stabilisce la legge nazionale 157/1992 sulla tutela della fauna selvatica e le attività di caccia, preapèerture che quest’anno inizieranno appunto domani 1 settembre. “È opportuno precisare che la legge consente una deroga solamente in casi rigorosamente delimitati e certificati da ISPRA. Come spesso accade in Italia le eccezioni si trasformano in abitudini- dice il Wwf – Molti cacciatori italiani ritengono addirittura che sia un loro “diritto” cacciare anche ai primi di settembre, uccidendo animali che, proprio alla fine dell’estate, si trovano in condizioni particolarmente delicate e vulnerabili: piccoli ancora immaturi, le specie migratrici che devono prepararsi ai lunghi voli di ritorno verso i luoghi di svernamento, la scarsità di acqua e cibo a causa delle siccità estive, degli incendi e molte specie che stanno ancora nidificando. In più anche gli animali non cacciabili che, sperabilmente, non vengono uccisi subiscono un grave disturbo arrecato dai cacciatori, dai loro fucili e cani”. Viene quindi ricordato che proprio per questo l’Unione europea non consente la caccia in questi periodi dell’anno e per questi motivi anche quest’anno gli “avvocati del Panda“ hanno avviato diversi ricorsi, due dei quali hanno già avuto esito positivo: il 27 ed il 28 agosto i Tribunali amministrativi di Abruzzo e Marche, con un decreto cautelare “urgente”, hanno bloccato le preaperture, ritenendo che nel bilanciamento dei diversi interessi, appare prevalente l’interesse pubblico generale alla conservazione della fauna selvatica per cui deve disporsi la sospensione interinale degli atti impugnati.

“Molti giorni di caccia in meno e migliaia e migliaia di animali salvati”, commenta l’associazione ambientalista. Per la quale è  difficile stilare una classifica: molte regioni pubblicano i calendari venatori sempre più tardi, rispetto al 15 giugno data stabilita dalla legge 157/1992. Quest’anno la maggior parte delle regioni hanno emanato i calendari tra la fine di luglio e agosto, “anche per impedire o rendere sempre più difficile – viene denunciato – alle associazioni di protezione ambientale come il Wwf impugnare questi provvedimenti dinanzi ai Tar. Possiamo citare come esempio negativo l’Abruzzo che ha deliberato il 14 agosto e la Toscana che, addirittura, ha approvato la preapertura il 27 agosto. Quel che è certo è che con l’aiuto dei nostri soci, dei volontari, degli avvocati, delle guardie Wwf, metteremo in atto qualsiasi azione legale e di pressione per respingere queste illecite ed ingiustificabili carneficine di animali selvatici, comprese denunce penali ed alla Corte dei Conti. Gli amministratori delle Regioni devono assumersi le proprie responsabilità, politiche, legali ed economiche, dinanzi ai cittadini, all’Europa ed alla natura”.

Domani dunque anche in Calabria comincia il triste show dell’attività venatoria in Calabria. Con la caccia in pre-apertura, inopportunamente autorizzata dalla Regione Calabria, uccelli appena usciti dal nido e totalmente dipendenti dai genitori verranno sterminati; così come rapaci ancora nel pieno della migrazione post-riproduttiva.

redazione Calabria 7

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