Sulla questione legata allo scioglimento del Comune di Rende per infiltrazioni mafiose il Movimento 5 Stelle ha le idee ben chiare. Le aveva già da tempo, a sentirli, ed è per questo che la notizia di oggi, stando alle dichiarazioni rilasciate dagli stessi esponenti del partito pentastellato, non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Il Consigliere regionale Davide Tavernise, per primo, ha infatti parlato di un finale impietoso ma atteso, frutto di “una visione miope dell’ex amministrazione comunale, che avrebbe potuto e dovuto gestire questa faccenda in maniera diversa”. Dai ranghi nazionali dei Cinque Stelle, poi, l’ulteriore rincaro, con i portavoce calabresi che hanno parlato di uno scenario temuto ma che, probabilmente, “si sarebbe potuto evitare con una tempestiva assunzione di responsabilità da parte di chi ha provato a rimanere in sella alla guida di Rende percorrendo ogni strada possibile senza imboccare però la scelta più confacente alla situazione, ovvero un passo indietro per il bene della comunità”
Tavernise: “Ai cittadini, adesso, lasciano solo macerie”
Tavernise: “Ai cittadini, adesso, lasciano solo macerie”
“Lo scioglimento per mafia del Comune di Rende ci consegna un finale impietoso ma non inaspettato”, ha esordito il Consigliere regionale Davide Tavernise. “Intorno alla decisione del Ministero deve crearsi un ampio dibattito cittadino sulla necessità di creare più forti anticorpi per prevenire infiltrazioni nella gestione della cosa pubblica, al fine di superare questo momento così difficile. Registro una visione miope dell’ex amministrazione comunale, che avrebbe potuto e dovuto gestire questa faccenda in maniera diversa, anche solo per il rispetto dovuto ai cittadini a cui lasciano, adesso, solo macerie. A partire da un Psc votato in tutta fretta con un blitz inaspettato e irriverente delle normali dinamiche democratiche che devono regolare un consiglio comunale. Per finire alla retromarcia sulla costituzione di parte civile nel processo Reset. Retromarcia vergognosa non perché si sia cambiata idea, ma per l’opposizione iniziale a tale possibilità. Oggi, dunque, si chiude un capitolo inglorioso. I cittadini devono trovare la forza e il coraggio di ripartire per creare un nuovo corso per scrivere la storia di questa città”.
I portavoce del M5S Calabria: “Una ferita per la città”
“La notizia dello scioglimento del Comune di Rende decretato dal governo per infiltrazioni mafiose non è arrivata, purtroppo, inaspettata ma rappresenta comunque una ferita dolorosa per una città da sempre all’avanguardia per la vivacità culturale, produttiva e politica”. Questo è invece quanto affermato dai portavoce del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico, Vittoria Baldino, Laura Ferrara, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci. “Uno scenario – hanno detto – che temevamo così come lo temevano tutti quei cittadini che, come noi, avevano posto delle questioni di opportunità istituzionale e politica considerato l’evolversi delle vicende giudiziarie che hanno investito, a più riprese, la guida della città e la sua conduzione amministrativa. Tutte criticità espresse pubblicamente, in più circostanze, che ci avevano condotto da un lato a scendere in piazza insieme a sindacati, associazioni e persone comuni, lo scorso novembre, per chiedere legalità ed aprire una riflessione e dall’altro lato a ricevere per questo strali ed insinuazioni di ogni natura da parte di diversi esponenti della maggioranza di governo cittadino. Il rammarico – prosegue la nota – è che, probabilmente, questo provvedimento si sarebbe potuto evitare con una tempestiva assunzione di responsabilità da parte di chi ha provato a rimanere in sella alla guida di Rende percorrendo ogni strada possibile senza imboccare però la scelta più confacente alla situazione, ovvero un passo indietro per il bene della comunità se è vero, come è vero, che l’approvazione del piano urbanistico è avvenuta proprio di recente con un autentico blitz in aula consiliare privo di ogni qualsivoglia sintesi politica e della serenità richiesta per un atto così importante. Siamo tuttavia convinti che – hanno concluso gli esponenti pentastellati – sebbene le conseguenze dello scioglimento si protrarranno a lungo, almeno 18 mesi, la comunità di Rende saprà rialzarsi da questa brutta pagina istituzionale e politica dimostrando che la questione morale è un atto di cittadinanza e non può certo passare di moda”.