Sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Soriano, il sindaco: “Un senso di profonda amarezza”

Il primo cittadino: "Ho improntato la mia attività amministrativa, anche in questa mia terza consiliatura, seguendo la stella polare della legalità"
infiltrazioni Soriano

“Non posso non accogliere la notizia dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale (LEGGI) con un senso di profonda amarezza. Scrivo queste riflessioni a mente fredda, senza lasciarmi trasportare dalle emozioni, ed esse mi spingono a dire come tale decisione assunta dal Consiglio dei ministri non possa essere da me condivisa perché ho improntato la mia attività amministrativa, anche in questa mia terza consiliatura, seguendo la stella polare della legalità, sempre e comunque. Come Amministrazione, nel corso di questi ultimi tre anni abbiamo cercato di tracciare un solco profondo con un recente passato rappresentato da un ex sindaco, indagato per peculato e abuso di ufficio”. Lo dichiara Vincenzo Bartone, sindaco di Soriano – comune in provincia di Vibo Valentia.

“La buona amministrazione”

“La buona amministrazione”

“Lo abbiamo fatto – aggiunge primo cittadino – incentivando le pratiche della buona amministrazione, avviando numerose attività culturali, manifestazioni ed eventi di spessore che hanno proiettato la cittadina di Soriano Calabro in una nuova dimensione che mai aveva vissuto nella sua storia. Abbiamo dato corso ad una serie di iniziative finalizzate a rendere più a misura di bambino il nostro meraviglioso centro, ci siamo adoperati per intercettare finanziamenti, il più delle volte riuscendoci, per migliorare la qualità della vita, a partire dai lavori pubblici. Abbiamo inaugurato piazze, luoghi di aggregazione, abbiamo rafforzato il rapporto con le scuole (alcuni plessi sono stati quasi letteralmente ricostruiti, altri sono in avanzato corso d’opera) e gli studenti e con le importanti realtà storiche e culturali, in primis il Polo museale di Soriano, realtà oggi al massimo del suo splendore, ideata già durante il mio secondo mandato di sindaco”.

“Alla cultura, durante le varie consiliature – continua Bartone, ho sempre dedicato grande impegno e per la cittadinanza e l’intera regione posso dire di aver creato, insieme al mio compianto zio, il preside Nicola Provenzano, l’opera di cui maggiormente vado fiero: La Biblioteca Calabrese. Da buon padre di famiglia, ho cercato di supportare la mia squadra di governo trovando in essa elementi che avevano, come me, uno spirito intraprendente che non è mai venuto meno neanche nei momenti di difficoltà, prova ne è l’aver dato costantemente ascolto alle legittime istanze dei cittadini, cercando di soddisfarle sempre nel nome della legalità”.

“Chiedo scusa”

“Se in qualche occasione non ci siamo riusciti – dichiara ancora il sindaco di Soriano – me ne scuso, ma posso assicurare che il nostro impegno non è mai venuto meno. Avevamo, insomma, messo a regime una macchina che finalmente stava funzionando dopo anni in cui è rimasta ingolfata, e solo chi ha amministrato un Ente locale sa quanto questo sia difficile. Essere sindaci in questo periodo storico e soprattutto in Calabria è una vera e propria missione non certo scevra di difficoltà. Ma chi si mette in gioco accetta tutto questo perché guidato dall’amore per il proprio territorio e io della missione ne ho fatto una scelta di vita, essendo medico e figlio di due medici la cui etica è integerrima. Rifuggiare da situazioni immorali, è per me un Credo. Ecco perché la decisione del Cdm mi amareggia molto.

Nel corso di questi mesi – conclude il primo cittadino -, dall’insediamento della commissione di accesso agli atti, alla quale abbiamo fornito la più totale collaborazione, fino alla notizia dello scioglimento, non ci è stata offerta occasione per produrre le nostre controdeduzioni, circostanza che faremo ricorrendo alla magistratura amministrativa, al fine di tutelare anche l’operato dell’amministrazione e il buon nome di Soriano Calabro, una volta presa visione delle motivazioni di questo scioglimento che rispettiamo ma che, allo stesso tempo, non possiamo condividere”.

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