L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a monitorare due nuove sotto-varianti di Omicron: BA.4 e BA.5. Le due varianti, identificate per la prima volta in Sudafrica rispettivamente a gennaio e febbraio, per il momento hanno una diffusione molto limitata. Non è però chiaro se le mutazioni aggiuntive conferiscano loro un ulteriore vantaggio in termini di trasmissibilità o di capacità di eludere la risposta immunitaria. “Le mutazioni S:L452R e S:F486V – si legge nel report Oms – sono in effetti associate a “potenziali caratteristiche di fuga immunitaria.”
Le ‘sorelle’ di Omicron
Le ‘sorelle’ di Omicron
Le due varianti erano state inserite nei giorni scorsi anche nei monitoraggi della UK Health Security Agency e dell’Ecdc. Secondo i dati dell’agenzia britannica al 25 marzo la variante BA.4 era stata identificata in Sudafrica (41 casi), Danimarca (3), Botswana (2), Inghilterra (1) e Scozia (1). Della variante BA.5 sono stati isolati invece 27 campioni, tutti in Sudafrica.
“Per queste varianti, sono disponibili prove sulle proprietà genomiche, epidemiologiche o in vitro che potrebbero implicare un impatto significativo sulla trasmissibilità, gravità e/o immunità. Realisticamente potrebbero avere un impatto sulla situazione epidemiologica nell’Unione Europea o nello Spazio Economico Europeo. Tuttavia, le prove sono ancora preliminari o associate a grande incertezza”, si legge nel report Ecdc.
“Terrorismo delle varianti”
“Finiamola con questo terrorismo delle varianti, finiamola col diffondere informazioni che devono riguardare il mondo scientifico e invece arrivano alle persone prima che agli scienziati”. Così all’Adnkronos il virologo Matteo Bassetti, relativamente alla scoperta di nuove sorelle di Omicron – ribattezzate Omicron 4 e 5 -, su cui si è espressa l’Oms nell’ultimo bollettino. Quelle rilevate dall’Oms “sono informazioni tecniche che andrebbero prima vagliate e discusse nella comunità scientifica e non buttate in pasto alle persone che non hanno i mezzi per comprenderle bene – aggiunge -. Io non mi preoccupo ora delle varianti come non l’ho fatto prima: le varianti ci hanno insegnato che non sono più aggressive, ma più contagiose e poi queste sono sottovarianti di Omicron”.
“Oms pensi alla Cina”
“L’Oms più che fare un comunicato su varianti di cui si sa poco – conclude l’infettivologo -, dovrebbe intervenire su quello che sta accadendo in Cina. Ci sono diritti umani soppressi per contenere varianti incontenibili. L’Oms dovrebbe farsi un esame di coscienza, sta perdendo credibilità da parte della popolazione, ma anche della comunità scientifica. Oggi serve dare certezze e non buttare lì che queste varianti potrebbero evadere l’immunità. E’ scandaloso – conclude – quello che l’Oms non sta facendo su quanto sta accadendo in Cina dove vengono calpestati i diritti umani. Io non mi riconosco più nell’Oms”.