Sculco: doppia preferenza dovrà essere priorità del prossimo Governatore

Flora Sculco crotone

La Calabria ha fame di democrazia e di partecipazione e la legge sulla doppia preferenza di genere altro non è che la possibilità di amplificare ed ampliare la partecipazione democratica alla vita politica ed amministrativa.

Ne ho fatto dal primo momento una battaglia in cui contrapposti non erano gli interessi di genere, ma in gioco era la crescita e l’evoluzione democratica dell’amministrazione della Regione.

Ne ho fatto dal primo momento una battaglia in cui contrapposti non erano gli interessi di genere, ma in gioco era la crescita e l’evoluzione democratica dell’amministrazione della Regione.

L’emendamento alla Statuto regionale, da me proposto e votato all’unanimità dal Consiglio, che ha introdotto il vincolo della rappresentanza del 30% in Giunta è stato un primo passo verso una democrazia paritaria ed una rappresentatività reale, una tutela a favore non delle donne ma dagli elettori e delle persone che in politica vogliono impegnarsi, che nelle istituzioni vogliono portare il proprio contributo.

A quel primo importante risultato però non è seguito quell’ulteriore passo che avrebbe potuto strapparla Calabria a logiche settarie e che relegano ancora oggi la politica ad una prerogativa per i soliti pochi.

Purtroppo il Consiglio regionale non ne ha colto le potenzialità e la necessità, o forse i miei colleghi consiglieri ne hanno percepito la portata rivoluzionaria rispetto ad uno status quo in cui una certa politica ed una certa classe dirigente ha trovato terreno fertile ed un riparo sicuro.

Oggi mettere in discussione l’appuntamento democratico fissato per il 26 gennaio non contribuisce a far valere le ragioni di una legge che dal 2015 mi vede lavorare e lottare, oggi dobbiamo invece chiedere con forza che la proposta di legge di cui sono firmataria sia la priorità del prossimo Presidente della Regione, la priorità dei futuri consiglieri.

Il Governatore Oliverio in questi anni ha appoggiato e difeso la proposta di legge per la parità di accesso, ma la legge, la firmataria della stessa ed il Presidente sono rimasti soli ed inascoltati da un Consiglio regionale arroccato sulle proprie posizioni.

Sia chiaro fin dall’inizio, fin dal primo giorno di campagna elettorale, da che parte si sta!

Occorre un patto di lealtà tra i candidati, i futuri membri del Consiglio, tra il futuro Presidente della Regioni e le elettrici e gli elettori.

La Calabria è tra le poche Regioni che non ha adottato la doppia preferenza nel sistema elettorale, siamo ancora una volta fanalino di coda, ma non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a questa arretratezza culturale che viene alimentata da chi evidentemente teme il confronto democratico, da chi teme la partecipazione ampia e diffusa all’amministrazione della cosa pubblica.

Oggi non mi fermo, riparto con nuovo vigore, rinnovata energia, perchè questi anni di impegno e lavoro per la parità di accesso sono una responsabilità verso le donne e verso gli elettori, un dovere nei riguardi di chi crede ancora nella partecipazione democratica.

Redazione Calabria 7

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