Il Tar della Calabria dà ragione ai genitori che hanno presentato ricorso contro l’ultima ordinanza del presidente facente funzioni Nino Spirlì con cui ha disposto la chiusura delle scuole, a esclusione degli asili (elementari fino al 15 gennaio, medie e superiori fino al 31 gennaio). Si potrà tornare quindi in aula, a eccezione dei comuni in zona rossa.
Una decisione che non va giù al presidente Spirlì che sulla propria pagina Facebook annuncia un nuovo ricorso e una diretta. “l Tar manda i più piccoli a scuola – scrive – e lascia a casa gli studenti delle superiori. Ci opporremo! Per noi, tutti a casa, in sicurezza e in DAD!!”.
Una decisione che non va giù al presidente Spirlì che sulla propria pagina Facebook annuncia un nuovo ricorso e una diretta. “l Tar manda i più piccoli a scuola – scrive – e lascia a casa gli studenti delle superiori. Ci opporremo! Per noi, tutti a casa, in sicurezza e in DAD!!”.
La decisione
Secondo i giudici amministrativi del Tar di Catanzaro (presidente Giancarlo Pennetti), “il Governo, sul presupposto della sussistenza dei requisiti di necessità ed urgenza e di una valutazione attuale del rischio sanitario a livello nazionale, oltre a disciplinare l’attività didattica delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, garantisce il funzionamento della didattica in presenza per la scuola dell’infanzia, la primaria e per il primo anno della scuola media con la conseguenza che a fortiori in uno scenario quale quello attuale, giudicato nell’atto impugnato, tali istituzioni scolastiche comprese le classi di seconda e terza media possono effettuare didattica in presenza”. I giudici hanno anche evidenziato che “non vede la scuola come luogo al cui interno esista un forte rischio di contagio”, mentre nell’ordinanza regionale “sembra mancare non solo una valutazione orientata ad una selezione di porzioni di territorio regionale più interessate dall’incremento dei contagi anziché ad una chiusura uniforme della didattica in presenza, ma neppure sembra tenersi conto del fatto che le problematiche legate al trasporto scolastico, per le fasce di età riferite alle istituzioni scolastiche diverse dalle superiori, appaiono di minore entità e maggiormente gestibili rispetto a quelle della popolazione studentesca di età compresa fra i 14 e i 18 anni di età”. Motivi che porteranno, dunque, alla riapertura delle scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre rimane la didattica a distanza per le scuole superiori.