Oggi ritornano in classe circa 300mila alunni delle scuole superiori in Toscana, Abruzzo e Valle D’Aosta. Nel resto d’Italia, però, le scuole sono chiuse e gli studenti protestano per il mancato ritorno in classe. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si schiera al fianco degli studenti esasperati dalla Dad (didattica a distanza) e dalle chiusure.
“Trattare la scuola come le attività produttive”
“Trattare la scuola come le attività produttive”
“Nelle regioni a fascia gialla – dichiara la Azzolina a Radio Rai 1 – tutto è aperto tranne la scuola superiore. Questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, c’è un blackout della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica. Ho fatto tutto quello che potevo fare, le scuole sono pronte per ripartire ma le Regioni hanno la possibilità di riaprirle o meno. Chiedo a tutti di trattare la scuola come si trattano le attività produttive. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi. Se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi, il messaggio deturpante per cui nelle Regioni gialle è tutto aperto tranne la scuola, lascia cicatrici enormi”.
“Le scuole sono sicure”
“Io ho voluto la Dad a marzo – conclude il ministro dell’Istruzione – ma questa può essere utile per qualche settimana, oggi è evidente che non può più funzionare; a scuola nascono amicizie e amori, oggi i ragazzi sono arrabbiati e disorientati, c’è un black out della socialità. La scuola è un servizio pubblico essenziale, è un diritto costituzionale”. La ministra, ricordando che le scuole sono sicure, ha detto che il sindaco di Firenze Dario Nardella ha fatto uno screening nelle prime medie su 3300 studenti: i positivi erano solo tre.
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