Scuole, nessuna ordinanza di chiusura in 6 grandi città calabresi

La decisione, però, sarà “costantemente valutata sulla base dei dati forniti dalle Asp e della evoluzione quotidiana della curva pandemica"

I sindaci Sergio Abramo (Catanzaro), Flavio Stasi (Corigliano-Rossano), Franz Caruso (Cosenza), Vincenzo Voce (Crotone), Paolo Mascaro (Lamezia Terme) e Marcello Manna (Rende) non adotteranno “alcuna ordinanza di sospensione delle attività scolastiche che modifichi l’assetto stabilito dal Governo e che è in vigore in tutta Italia”.

È quanto hanno deciso al termine di una riunione congiunta promossa in modalità telematica.

È quanto hanno deciso al termine di una riunione congiunta promossa in modalità telematica.

Rilevanza della didattica in presenza

“Nella situazione difficile che sta attraversando il Paese, compresa la nostra regione, alle prese con la quarta ondata dell’infezione da Sars-Cov-19 – si legge in un comunicato -, la ripresa della didattica in presenza ha assunto come sempre molta rilevanza nel dibattito politico dividendo l’opinione pubblica. A seguito delle dichiarazioni del presidente della Giunta regionale e della mancanza di una linea univoca dettata a livello regionale, come sindaci delle città capoluogo e delle città più popolose della regione – che ancora non avevano maturato una decisione rispetto all’eventuale ‘tentativo’ di emissione di un’ordinanza di sospensione della didattica in presenza – abbiamo avvertito l’esigenza di riunirci per aprire un confronto e condividere una linea comune rispetto ad un argomento tanto importante”.

Impatto sulle grandi città

Per i sindaci, “tale esigenza è motivata soprattutto dall’impatto che le ordinanze di sospensione della didattica in presenza hanno avuto e avrebbero nei comuni più grandi, laddove insiste una più ampia gamma di scuole sia in termini numerici che di tipologie, quindi nel massimo rispetto di tutti i colleghi che, a prescindere dalla latitudine e dalla demografia, hanno già emanato provvedimenti in tal senso”.

La normativa nazionale

“Il decreto numero 1 del 7 gennaio, entrato in vigore da poche ore – proseguono i primi cittadini -, oltre a confermare come la sospensione generale della didattica in presenza sia contemplata esclusivamente in zona rossa (la Calabria fortunatamente in questa fase permane in zona gialla) emana delle direttive precise rispetto proprio alla gestione della didattica. In particolare, risulta già prevista la sospensione della didattica in presenza, e la conseguente attivazione della DaD per dieci giorni, in caso di positività di un alunno per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, di due alunni per quanto riguarda la scuola primaria di primo grado e di tre alunni per quanto riguarda gli altri istituti, oltre a sancire ulteriori norme correlate alla vaccinazione della popolazione scolastica”.

Le conseguenze di un eventuale ricorso al Tar dei cittadini

Alla luce di “queste disposizioni” e delle “esperienze pregresse anche recenti (in ordine di tempo, l’ultimo caso è quello dell’ordinanza del sindaco di Luzzi, poco prima delle festività natalizie)”, per i primi cittadini “è evidente come, alla luce di un eventuale ricorso al Tar da parte di qualsiasi cittadino in disaccordo con l’eventuale decisione, produrrebbe l’immediata sospensione da parte del giudice amministrativo senza neanche offrire alle Amministrazioni la possibilità di contraddittorio. Per tale ragione abbiamo deciso, in questa prima fase successiva alle festività natalizie, di non emanare alcuna ordinanza di sospensione che modifichi l’assetto stabilito dal Governo e che è in vigore in tutta Italia”.

Questa decisione condivisa, “certamente difficile come sempre quando si tratta di didattica in relazione all’emergenza pandemica”, sarà “costantemente valutata sulla base dei dati forniti dalle Asp e della evoluzione quotidiana della curva pandemica, ed è stato già fissato un nuovo tavolo di confronto da tenere mercoledì prossimo”.

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