di Manuela Lardieri – Nonostante le ultime settimane caratterizzate da incertezze e dubbi, oggi, lunedì 1 febbraio, gli Istituti scolastici superiori della Calabria hanno riaperto le porte, pronti ad accogliere tutti gli studenti, o quasi. Infatti, l’ultima ordinanza emessa dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, (LEGGI) ha previsto la presenza in aula al 50% e la didattica digitale integrata per tutti gli studenti delle scuole superiori le cui famiglie ne facciano esplicita richiesta. “Un’ordinanza che – secondo Spirlì – consente alle famiglie di poter decidere, secondo le proprie necessità, se fare uscire o meno i ragazzi di casa è un buon strumento democratico”. Ma cosa ne pensano i docenti e i dirigenti scolastici?
Le opinioni dei dirigenti
Le opinioni dei dirigenti
La dirigente scolastica Elena De Filippis del Liceo Classico “P. Galluppi” di Catanzaro non ha dubbi: “Siamo felici del ritorno in presenza dei ragazzi. I giovani devono necessariamente tornare a scuola. Spirlì ha introdotto consigli e raccomandazioni che noi al momento non siamo in grado di ottemperare ma che, in tutta onestà, non hanno alcun senso. La cosa più grave – ribadisce la preside – è quella di affidare ai genitori la scelta di far frequentare in presenza le lezioni ai figli. Questo arbitrio lede profondamente l’attività programmatica che abbiamo compiuto. Noi siamo qui – conclude De Filippis – ad assolvere a un dettato costituzionale, il diritto allo studio, che è uno dei fondamenti della nostra Costituzione. Torniamo a lavorare fianco a fianco. È questo il luogo dove bisogna incontrarsi”.
Angelo Gagliardi, dirigente dell’Istituto scolastico superiore “Giovanni De Nobili” di Catanzaro ha mostrato l’emozione di poter ritrovare gli alunni dopo mesi, aggiungendo: “Abbiamo adottato tutte le misure del caso per garantire la sicurezza all’interno dell’Istituto. L’organizzazione della scuola è molto complessa, ma cerchiamo di organizzarci in base a quanto ci viene richiesto”.
La scuola non è uno shopping online
Il docente di Storia e Filosofia Giuseppe Iozzo è categorico: “Sono abominevoli le decisioni del presidente della Regione. Rasentano l’ignoranza e ci amareggiano come insegnanti. Non si può paragonare lo shopping online all’istruzione. Questa concezione privatistica che demanda alle famiglie la decisione sul ritorno in presenza dei ragazzi, svilisce il significato dell’istruzione, che è un diritto ma anche un obbligo”.
Non manca, infine, anche la felicità dei ragazzi che, dopo vari mesi, possono finalmente rincontrarsi. Sara e Alessandra, studentesse del 4° anno sono entusiaste: “Con la didattica a distanza si perde l’attenzione, ma soprattutto uno degli obiettivi della scuola: quello di socializzare. Non vedevamo l’ora di rivedere i compagni, di tornare in presenza, nonostante il distanziamento sociale da dover mantenere”.