Segnalazione anonima e perquisizione sede Usb alla ricerca di armi, solidarietà dalla Calabria

"Nel frattempo il Governo ha la sfrontatezza di eliminare l’Iva sulle armi, mentre non trova risorse da destinare ai cittadini per fronteggiare il carovita"

Perquisizione nella sede Usb, dalla Calabria la solidarietà al sindacato espressa da Calabria Resistente e Solidale, Partito della Rifondazione Comunista Catanzaro, Potere al Popolo Catanzaro e Partito del Sud: “I lavoratori sono le vittime di questo sistema”. “Ciò che è avvenuto nella sede nazionale dell’Usb a Roma è un inaccettabile segnale che indica la razionalizzazione del dissenso. La crisi del sindacato è reale – ammettono Calabria Resistente e Solidale, Partito della Rifondazione Comunista Catanzaro, Potere al Popolo Catanzaro e Partito del Sud – ed è sotto gli occhi di tutti, ma non è determinata dal voler procedere in direzione ostinata e contraria nella tutela dei diritti dei lavoratori. E’ in crisi perché ha tradito, perché si è asservito, perché ha abbandonato la lotta per la difesa dei più fragili, scegliendo in maniera più conveniente percorsi che conducono prima ad ammiccare e poi all’assorbimento. In questo contesto Usb, l’Unione Sindacale di Base, rappresenta una voce discordante, un baluardo a tutela dei lavoratori e contro una precarizzazione che produce nuovi schiavi e cancella il futuro”.

La perquisizione nella sede Usb

La perquisizione nella sede Usb

“Abbiamo appreso con sconcerto della perquisizione nella sede dell’Usb alla ricerca di armi, dopo una segnalazione anonima. Il messaggio, a nostro avviso, – dichiarano in una nota congiunta Calabria Resistente e Solidale, Partito della Rifondazione Comunista Catanzaro, Potere al Popolo Catanzaro e Partito del Sud – è evidente: asservire le voci scomode. Una vicenda gravissima che ci riporta alla strategia della tensione ed ai tentativi del potere di zittire il dissenso per conservare se stesso. La libertà dell’Unione Sindacale di Base non può in alcun modo essere sottoposta a minacce. Quanto accaduto oggi evidenzia la fragilità della nostra democrazia e calpesta il dettato costituzionale. L’Usb non ha nulla a che fare con le armi a differenza di questo governo che, addirittura, ha le mani sporche di sangue per continuare a fare affari vendendo strumenti di morte, con la sfrontatezza di eliminare anche l’Iva sulle armi mentre non trova risorse per fronteggiare il carovita che sta mettendo in ginocchio lavoratrici e lavoratori.

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