Sette persone sono indagate, a Lamezia Terme, nel Catanzarese, nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge un medico di base, due medici ospedalieri, un insegnante, la segretaria del medico e due dipendenti di un call center.
Nel 2017, l’indagine, avviata dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza del gruppo di Lamezia Terme e coordinata dal procuratore Salvatore Curcio, era stata originariamente mirata nei confronti di un medico di famiglia con studio a Lamezia Terme.
Nel 2017, l’indagine, avviata dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza del gruppo di Lamezia Terme e coordinata dal procuratore Salvatore Curcio, era stata originariamente mirata nei confronti di un medico di famiglia con studio a Lamezia Terme.
Lo stesso era sospettato di assentarsi senza nessuna giustifica dal proprio ambulatorio violando, così, gli obblighi della convenzione con l’Asp di Catanzaro, incentrata sulla sua presenza in studio almeno per quindici ore settimanali.
I finanzieri, così, avrebbero riscontrato che il medico di base garantiva la sua presenza in studio solo per circa un’ora al giorno, assentandosi quotidianamente,
Grazie anche alle intercettazioni telefoniche si è scoperto un episodio alquanto discutibile: i suoi assistiti, infatti, venivano ricevuti nel suo studio dalla segretaria, la quale, senza i requisiti previsti dalla legge per l’esercizio della professione, prescriveva normalmente farmaci, esami clinici ed altri atti di competenza del medico, apponendo sugli stessi la firma apocrifa del titolare dell’ambulatorio con la consapevolezza e l’assenso dello stesso medico.
Dalle indagini sarebbero emerse anche condotte illecite commesse da altre cinque persone, tra cui un insegnante e due medici e due dipendenti di un call center, che, si rivolgevano al medico per ottenere false certificazioni sullo stato di malattia non veritiero, al fine di assentarsi dal proprio posto di lavoro.
Un’analoga condotta illecita, avvallata dal medico e dalla segretaria, sarebbe stata tenuta da due dipendenti di un’azienda privata.
Al medico di base sono addebitati i reati di truffa aggravata, interruzione di pubblico servizio e di falso; alla segretaria i reati di esercizio abusivo della professione medica e falso in concorso con il medico; alle altre cinque persone che hanno richiesto ed ottenuto falsi certificati di malattia è stato contestato il reato di truffa aggravata.
Redazione Calabria 7