di Antonio Battaglia – L’emergenza Coronavirus ha scoperto moltissimi lati deboli della sanità calabrese. Lo conferma in esclusiva ai microfoni di Calabria 7 Rosalbino Cerra, Segretario Regionale dei Medici di base.
“Due anni fa avevamo proposto e firmato una riorganizzazione del servizio sanitario, che prevedeva un ambulatorio aperto tutto il giorno. Con le lungaggini della Regione Calabria, non se n’è fatto nulla – tuona Cerra – Bastava, e basta tuttora, una lettera con cui il dottor Belcastro (direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria) inviti le aziende sanitarie a partire per identificare i fondi”.
“Due anni fa avevamo proposto e firmato una riorganizzazione del servizio sanitario, che prevedeva un ambulatorio aperto tutto il giorno. Con le lungaggini della Regione Calabria, non se n’è fatto nulla – tuona Cerra – Bastava, e basta tuttora, una lettera con cui il dottor Belcastro (direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria) inviti le aziende sanitarie a partire per identificare i fondi”.
Bisogna trovare al più presto le adeguate soluzioni: “Faccio un appello a lui e anche alla Santelli, affinché quest’ultima possa venire incontro alle esigenze dei cittadini. Un ambulatorio aperto 12 ore consente una risposta anche telefonica ai cittadini, con consigli qualificati”.
Cerra analizza anche il selvaggio esodo dal Nord: “Abbiamo tante richieste di consigli, spesso non ci si rende conto che i conviventi delle famiglie contagiate si mettono a rischio. Sarebbe stato opportuno non scendere al Sud, ma non possiamo bloccare tanta gente che scende. Il problema lo avremo semmai tra 10/15 giorni…”.
Il materiale necessario per lavorare nelle strutture sanitarie scarseggia: “Stiamo adottando tutte le misure che cercano di contenere il rischio. L’azienda sanitaria ha richiesto le mascherine, ma le case produttrici le forniscono alla Protezione Civile. Molti di noi sono stati costretti a procurarsele da soli, gli altri lavorano senza…”.
Nonostante l’emergenza, Cerra rimane ottimista: “Ci siamo trovati impreparati a questo tsunami sanitario, ma fortunatamente non è un virus molto trasmissibile. Ogni persona che viene contagiata, ne contagia 2.5. Nel caso del morbillo sono 14. Ci possono essere dei margini per ben sperare”.