Un’area di di circa 100.000 metri quadri situata nella zona Industriale di località Porto Salvo a Vibo Valentia, piena di rifiuti pericolosi.
Quanto sequestrato ieri dal personale della Sezione di Polizia giudiziaria-Aliquota Carabinieri, in forza ala Procura della Repubblica di Vibo Valentia, congiuntamente ad una squadra specializzata dei Vigili del Fuoco, è certamente inquietante. I militari hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dal procuratore della Repubblica Camillo Falvo e dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.
Quanto sequestrato ieri dal personale della Sezione di Polizia giudiziaria-Aliquota Carabinieri, in forza ala Procura della Repubblica di Vibo Valentia, congiuntamente ad una squadra specializzata dei Vigili del Fuoco, è certamente inquietante. I militari hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dal procuratore della Repubblica Camillo Falvo e dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.
La misura cautelare ha avuto origine da una segnalazione ricevuta dalla locale Questura, dopo un servizio mandato in onda in diretta Facebook per la trasmissione di Articolo 21, di Lino Polimeni ai primi di marzo. Il conduttore chiamò la polizia segnalando come quell’area non fosse realmente abbandonata, ma nascondesse un’attività in corso, rivelatasi essere poi il deposito di ecoballe di rifiuti tossici.
L’indagine ha evidenziato il degrado all’interno dell’area in cui sorge il complesso industriale dismesso della C.G.R. (Compagnia Generale Resine Sud), a suo tempo impegnata nella produzione, lavorazione e applicazione di resine sintetiche e costruzione impianti di industria chimica. All’interno del sito è stato rinvenuto un ingente quantitativo di rifiuti speciali, anche pericolosi (pneumatici fuori uso, eternit, materiale ferroso), nonché un cospicuo numero di “ecoballe” stoccate all’interno di capannoni. L’esame radiometrico eseguito nei giorni scorsi con l’ausilio dei tecnici del Dipartimento Arpacal di Vibo Valentia e Catanzaro ha permesso di accertare un livello elevato di radioattività all’interno del sito. Sono ancora in corso indagini sull’entità e la natura della probabile contaminazione e sull’individuazione dei responsabili delle condotte incriminate. Custode dell’area è stato nominato il sindaco del comune di Vibo Valentia. Le ipotesi di reato al vaglio dei magistrati sono quelle di inquinamento ambientale e discarica abusiva.