di Antonio Battaglia – Ciak, si gira “Non ci resta che piangere”. Film già visto, con lo stesso regista e gli stessi attori protagonisti. Beh, eravamo stati tra i primi ad annunciarvelo, ma molti si crogiolavano inutilmente sui lunghi tempi del campionato. Rieccoci qualche mese dopo, forse con una situazione ancora più disastrosa: la fortuna è finita, il Cosenza è ad un passo dalla retrocessione in Serie C.
La rocambolesca sconfitta di Pescara è emblematica di una tenuta mentale da categorie inferiori. Pessima gestione del risultato, scarso cinismo, errori marchiani in difesa. Già, proprio quel malandato reparto volutamente non ritoccato dal ds Trinchera perché considerato competitivo. Tra qualche giorno, i Lupi affronteranno la capolista Benevento senza gli squalificati Kanoute e Sciaudone: dunque, anche in merito al centrocampo, clamorosa defaillance in sede di mercato.
La rocambolesca sconfitta di Pescara è emblematica di una tenuta mentale da categorie inferiori. Pessima gestione del risultato, scarso cinismo, errori marchiani in difesa. Già, proprio quel malandato reparto volutamente non ritoccato dal ds Trinchera perché considerato competitivo. Tra qualche giorno, i Lupi affronteranno la capolista Benevento senza gli squalificati Kanoute e Sciaudone: dunque, anche in merito al centrocampo, clamorosa defaillance in sede di mercato.
Nella vita tutto torna, è solo questione di tempo. Nella scorsa stagione, la foga agonistica dei giocatori ha nascosto con successo l’inettitudine societaria, palesatasi quest’anno in tutta la sua prepotenza. Restano pochissimi spiragli, alla luce di un organico che difficilmente reggerà i ritmi delicati della cadetteria. Sarà fondamentale l’apporto del pubblico nelle prossime nove gare casalinghe: da lì passerà il destino rossoblu.
Anche a Crotone poca voglia di gioire. La squadra pitagorica sembrava essersi definitivamente ripresa in vista di un girone di ritorno da protagonista e, invece, ecco la veloce sterzata. Due sconfitte consecutive, l’ultima contro un Empoli devastante, che confermano un dato inequivocabile: agli Squali manca continuità.
Già, quell’elemento che dipende strettamente dalla serenità mentale, imprescindibile se si vuole realizzare un sogno chiamato Serie A. Nulla è ancora perduto: le battute d’arresto del Pordenone, infatti, testimoniano il livello mediocre di questo campionato cadetto. Il Crotone ha tutte le carte in regola per poter continuare a sognare, bisognerà solo passare all’azione.
Redazione Calabria 7