di Antonio Battaglia – Il ritorno alla gioia, dopo quasi due mesi di astinenza. Il Crotone vince una autentica finale, ultima chance per non ricadere in un tracollo psicologico. Troppo importante uscire dalla crisi con un successo davanti al pubblico dello “Scida”, quasi obbligatorio regalarsi un Natale meno amaro. Lo esige l’elevata qualità di un organico, lo esigono ancor di più i ritmi frenetici della Serie B.
Il Livorno non ha demeritato, anzi ha mostrato carattere e grinta fino al 90’, ma a prevalere è stata la grande sete di sangue degli Squali. Da lodare, sì, l’atteggiamento coraggioso, ma i margini di crescita sono ancora enormi: troppi gli errori in entrambe le fasi, poco il cinismo di un attacco che continua a sprecare clamorose palle gol. E, di fronte, non sempre ci sarà il modesto Livorno.
Il Livorno non ha demeritato, anzi ha mostrato carattere e grinta fino al 90’, ma a prevalere è stata la grande sete di sangue degli Squali. Da lodare, sì, l’atteggiamento coraggioso, ma i margini di crescita sono ancora enormi: troppi gli errori in entrambe le fasi, poco il cinismo di un attacco che continua a sprecare clamorose palle gol. E, di fronte, non sempre ci sarà il modesto Livorno.
Bando alle ciance, il Crotone è di nuovo coinvolto nella zona playoff. Per dare valore a questi tre punti, bisognerà ritrovare il dono della continuità contro Frosinone e Trapani. Spensieratezza e convinzione dei propri mezzi, solo così si può superare qualsiasi ostacolo.
Lo sa bene anche il Cosenza, che esce dall’ennesima settimana di veleni con un colpaccio ammazza fantasmi. Quella di Pisa è una vittoria ottenuta con le unghie e con i denti, armi proprie dei veri Lupi. Rivière fenomenale, note positive da Machach e Broh e soprattutto una netta supremazia sulle fasce: merito del 3-4-3, che potrebbe diventare nuovo vestito ufficiale della squadra.
Esattamente come i cugini crotonesi, però, i silani dovranno rivedere diversi errori: a fronte di una prima frazione meravigliosa, è impensabile andare in crisi dopo una rete avversaria. Un dejà-vu di timori e incertezze, che sarebbe potuto costare carissimo se Perina non si fosse atteggiato a superuomo.
Se è vero che nel calcio le sicurezze arrivano con le vittorie, allora l’auspicio è quello di concludere l’anno nel migliore dei modi. Con un’unica, chiara parola d’ordine: equilibrio. E non sarà per nulla semplice.
Redazione Calabria 7