di Antonio Battaglia – Il grande spettacolo del calcio è ormai fermo da settimane, fino a data da destinarsi. Giornate difficili per appassionati e addetti ai lavori, alle prese con la ben più seria emergenza Coronavirus. E’ il caso di Bepi Pillon, dimessosi ufficialmente dalla guida del Cosenza Calcio.
Una scelta che lo stesso tecnico, residente in una zona rossa del Veneto, ha voluto commentare in esclusiva ai microfoni di Calabria 7: “Ho pensato molto alla emergenza Coronavirus. Dopo la partita di Verona, sono tornato a Treviso. La distanza con Cosenza sarebbe diventata ingestibile. Ho scelto prima di tutto la mia famiglia”.
Una scelta che lo stesso tecnico, residente in una zona rossa del Veneto, ha voluto commentare in esclusiva ai microfoni di Calabria 7: “Ho pensato molto alla emergenza Coronavirus. Dopo la partita di Verona, sono tornato a Treviso. La distanza con Cosenza sarebbe diventata ingestibile. Ho scelto prima di tutto la mia famiglia”.
Pillon, subentrato in corso d’opera a Braglia, lascia Cosenza dopo solo cinque giornate di campionato. E con risultati poco soddisfacenti: “Ci possono essere attenuanti, ma mi prendo le responsabilità. Ad esempio, non ho mai avuto i due attaccanti Rivière e Asencio in condizione. Mi auguro che il Cosenza possa raggiungere l’obiettivo della salvezza”.
La squadra silana non versa certo in condizioni ottimali di classifica: “I ragazzi devono ritrovare unità d’intenti. Le qualità tecniche ci sono, ma non sono state espresse al meglio. Forse c’è il timore di giocare con una classifica complicata, una paura inconscia. Nella partita di Livorno ho visto un buon atteggiamento, poi contro il Frosinone squadra impaurita. Penso di aver capito le problematiche. E anche chi lavorava con me…”.
In calcio in Italia, a parere di Pillon, doveva essere sospeso prima: “Chiudere le porte ai tifosi non è servito. Siamo sempre in viaggio, queste cose bisognava prenderle in considerazione…”.
Redazione Calabria 7